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Il trend sanitario in Amiata è in miglioramento

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I dati ARS presentati nell’incontro pubblico ad Abbadia San Salvatore continuano ad escludere una correlazione tra geotermia e criticità epidemiologiche. Contemporaneamente i dati ambientali confermano l’ininfluenza delle emissioni delle centrali geotermoelettriche.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Un centinaio di persone hanno partecipato alla presentazione pubblica, organizzata dall’Osservatorio Geotermia e Salute, in merito ai dati aggiornati sullo stato dell’ambiente e sulla salute dei residenti nelle aree geotermiche. L’incontro si è svolto mercoledì 4 novembre scorso presso il cinema teatro “Amiata” di Abbadia San Salvatore (SI) alla presenza dei sindaci amiatini, e dei rappresentanti e tecnici di ARPAT e delle ASL di Siena e Grosseto.

Ad introdurre e coordinare i lavori il Sindaco di Abbadia San Salvatore, Fabrizio Tondi, che ha tenuto ad evidenziare come il proprio comune, pur non essendo sede di impianti, debba tener conto delle possibili ricadute ambientali e sanitarie legate alla produzione geotermica nei territori confinanti, Piancastagnaio in particolare.

Francesco Cipriani dell’ARS – Agenzia Regionale di Sanità, ha poi presentato l’aggiornamento dello studio epidemiologico promosso ormai da tempo dalla Regione Toscana, illustrando nel contempo quali saranno le metodologie di ricerca epidemiologica e di correlazione con i dati ambientali che andranno ad interessare la popolazione residente nei territori geotermici (quindi non solo dell’Amiata) nei prossimi tre anni. “Siamo alla quarta fase dello studio, ci ritroviamo oggi per aggiornarvi sui risultati delle ultime analisi ambientali e indagini sanitarie studiate e per introdurre il nuovo progetto di indagine”, ha detto il dirigente regionale.

In particolare sono stati presi a riferimento i dati di mortalità, ospedalizzazione, i tassi di malformazioni, gli indici di peso e il rapporto Maschi/Femmine alla nascita, le tipologie di patologie in eccesso, per i residenti di 16 comuni in confronto con la popolazione residente in altri comuni delle province di Siena e Grosseto. “Riteniamo plausibile pensare, in questa fase, non solo ad un’analisi statistica dei dati ma anche ad una indagine specifica ex novo”, ha ricordato Cipriani.

Dai dati illustrati è emersa ancora una maggiore criticità dell’area amiatina rispetto ad altri territori toscani, anche se limitatamente ad alcuni aspetti sanitari e non a quelli ambientali. Tuttavia, ancora una volta, i dati sembrano confermare la mancanza di una correlazione con la presenza degli impianti di produzione geotermoelettrica nell’area, quanto piuttosto al singolo stile di vita della popolazione ed a tutta una serie di concause, compresi gli impatti dell’attività mineraria.

La nuova tranche di fondi erogati dalla Regione Toscana per il supplemento di indagine avrà lo scopo di consentire ulteriori approfondimenti epidemiologici onde individuare le cause specifiche di questi dati negativi che riguardano in particolare l’Amiata, attraverso uno studio condotto anche grazie alla collaborazione del prof. Fabio Carbone, epidemiologo dell’Università di Udine, uno dei massimi esperti italiani in questo campo. Per cercare di dare una spiegazione alle criticità riscontrate il team di ricerca interdisciplinare ha preso in considerazione sia l’ipotesi geotermica (cioè la possibile incidenza della presenza di centrali) confrontandola con altre ipotesi altrettanto plausibili.

“Per l’ipotesi di studio geotermica, abbiamo recuperato le serie storiche di H2S (acido solfidrico) nell’aria a partire dal 2000 e gli esiti acuti registrati dalle autorità sanitarie (casi di asma, ricoveri, ecc.) – ha detto Cipriani – incrociando i dati attraverso l’analisi per distanza tra residenza e impianti ed esiti cronici, le mappe diffusionali di tutte le centrali con l’emissione di H2S prima o dopo AMIS e l’indagine dell’esposizione a H2S di bambini nelle scuole/casa e funzionalità respiratoria”.

Nell’ipotesi che non sia la geotermia la causa delle criticità sanitarie riscontrate, sono stati presi in considerazione invece i seguenti parametri:

  • Dati storici della qualità dell’acqua potabile (concentrazioni di Arsenico) ed esiti cronici,

  • il follow up della coorte di 900 adulti esaminati nel 1999 attraverso campioni di urine alla ricerca di concentrazioni di Arsenico oltre che di Mercurio nel sangue,

  • indagine sui bambini nelle scuole con campioni biologici (alla ricerca di metalli pesanti) e test di performance neurologici,

  • coorte di donne in gravidanza e neonati (in questo caso, per carenza di dati statisticamente sufficienti sarà utilizzata l’intera provincia di Grosseto),

  • indagine di popolazione generale con questionari e campioni biologici.

E’ previsto il coinvolgimento dei medici di base che saranno chiamati a fornire (nel pieno rispetto della privacy e a fini esclusivamente statistici) l’anamnesi dei loro pazienti.

Dopo l’introduzione sulla metodologia, ha preso la parola Marco Pellegrini, responsabile area vasta dell’Arpat, che ha presentato i dati aggiornati sulla qualità dell’aria. “Parlando di geotermia l’indicatore principale è l’H2S il cui monitoraggio avviene tramite stazioni automatiche fisse e mobili. Nell’area geotermica sono presenti più di venti stazioni, sia di Arpat che di Enel Green Power”. In particolare sull’Amiata le stazioni sono ubicate nelle zone di produzione: a Piancastagnaio ci sono due centraline mentre a Bagnore ce ne sono 4. “Confrontando le serie storiche – prosegue Pellegrini – Piancastagnaio ha sempre fatto registrare i valori più alti tra tutti i comuni geotermici, anche superiori a Larderello, mentre Santa Fiora ha sempre fatto registrare valori tra i più bassi di tutti i comuni geotermici. In entrambi i casi comunque si registra la tendenza ad una diminuzione progressiva delle emissioni di H2S, anche grazie ovviamente all’installazione degli AMIS”.

Importante, ai fini della diminuzione dell’H2S anche il progresso tecnologico. “Nonostante il triplicarsi della potenza geotermoelettrica installata con l’apertura della centrale di Bagnore 4 (passando da 20 a 60 MW totali), nel comune di Santa Fiora le emissioni di H2S hanno continuato a diminuire.” ha detto Pellegrini “Questo perché oltre agli AMIS ed all’impianto di abbattimento dell’ammoniaca,” ha continuato “la nuova centrale ha i gruppi di produzione interconnessi, per cui anche in presenza di una condizione di fermo impianto tecnico di un gruppo, il fluido geotermico non viene rilasciato in atmosfera ma utilizzato da altri gruppi produttivi”.

L’analisi di ARPAT non si è logicamente limitata all’esame dei valori di H2S ma ha esteso il monitoraggio anche alle concentrazioni nell’aria di mercurio (che sono risultate molto ben al di sotto dei riferimenti normativi), delle PM10 e dell’ammoniaca (anch’essi molto al di sotto dei limiti). Vista la peculiarità del Monte Amiata, come ex vulcano, è stato analizzato anche il radon che tuttavia ha fatto registrare solo valori naturali di fondo e non desta alcun tipo di preoccupazione. Pellegrini, nel presentare una serie di dati con tabelle e diagrammi, ha ribadito che anche le emissioni di arsenico in atmosfera da parte delle centrali sono insignificanti, dato che tutti gli impianti dell’Amiata, complessivamente, si attestano ad appena 6 grammi/ora.

Daniela Nuvolone di ARS ha fornito infine l’aggiornamento dei dati epidemiologici, al 2012 per i decessi e al 2014 per i ricoveri. Il trend della mortalità generale sia per i maschi che per le femmine, è in diminuzione in tutte le aree, anche sull’Amiata e in maniera sensibilmente più visibile. L’eccesso precedentemente rilevato nell’area della montagna rispetto ad altre zone della toscana (circa un 10% in più) ha fatto registrare una contrazione, scendendo a circa il 6% attuale.

Entrando nello specifico dei decessi, quelli per tumori stanno diminuendo ma persiste un eccesso tra i maschi dell’area amiatina rispetto sia alla media regionale sia all’area nord (area geotermica tradizionale). L’esame di una incredibile serie di dati statistici, ha consentito alla dottoressa Nuvolone di concludere che, se è vero che la zona dell’Amiata continua a presentare una situazione più critica rispetto alle altre zone della Toscana, è anche vero che il trend complessivo appare in miglioramento con indici che stanno progressivamente allineandosi con quelli delle medie regionali.

I dati aggiornati saranno a breve disponibili e consultabili sul sito dell’ARS www.ars.toscana.it