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Il solare riparte dai piccoli impianti

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Esaurito il quinto conto energia, restano le detrazioni per i moduli domestici

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Silvio Rezzonico Maria Chiara Voci

Pochi contraccolpi per la diffusione del solare fotovoltaico nel comparto domestico, che beneficia della detrazione Irpef del 36-50 per cento. Una più che probabile diminuzione, invece, sul fronte dei grandi impianti, dove restano disponibili solo gli strumenti dello scambio sul posto o del ritiro dedicato.
È questo lo scenario che si prefigura dopo che il Gse, il gestore dei servizi energetici, ha sancito la fine del quinto conto energia, per l’avvenuto raggiungimento del tetto cumulato di 6,7 miliardi annui di incentivi nazionali. Il 6 luglio scorso è infatti scattato il trentesimo giorno dal raggiungimento della soglia e il Dm 5 luglio 2012 ha "chiuso i battenti". Lo stop non significa che le regole del conto decadranno. Tutti gli impianti che sono rientrati nel regime d’incentivazione, infatti, continueranno a beneficiare delle misure per i prossimi 20 anni. Tuttavia, per le nuove installazioni, il conto non sarà più operativo, anche perché non c’è nessun segnale di rilancio all’orizzonte. Al contrario, pare ufficialmente condivisa la linea per cui il quinto conto energia è stato anche l’ultimo di una serie: come confermano fonti ministeriali, il Governo non dovrebbe varare, almeno sul breve periodo, una nuova misura per il sostegno diretto alla diffusione del fotovoltaico.
Grandi impianti penalizzati
Con il quinto conto energia sono stati incentivati 531.242 impianti, per una potenza complessiva di 18.217 MW. Tuttavia, per raggiungere la cosiddetta grid parity, cioè la competitività assoluta del fotovoltaico al netto di ogni sussidio, la strada è ancora in salita. «L’esaurimento degli incentivi – considera Agostino Re Rebaudengo, presidente di Assorinnovabili, la nuova associazione che è nata pochi giorni fa dall’unione di Aper e Assosolare – porterà nei prossimi mesi a una diminuzione in termini di nuova potenza installata, soprattutto per quanto riguarda i grandi impianti. Pur essendo vicini alla grid parity, è necessario un ulteriore ribasso dei costi delle tecnologie, per una piena competitività rispetto alle fonti fossili. Un traguardo che sarebbe già realtà se alle fossili fossero addebitate tutte le esternalità negative, che provocano in termini di sanità pubblica e impatti sul clima». Terminati gli aiuti diretti, tutto resta affidato agli strumenti alternativi al conto energia. Con la sola eccezione di qualche proroga di legge per l’accesso agli incentivi, concessa a impianti in realizzazione nelle zone colpite dal terremoto del maggio 2012. «Due sono le strade percorribili in assenza del conto», specifica Luciano Barra, responsabile della segreteria tecnica del dipartimento per l’energia del ministero per lo Sviluppo economico. «Innanzitutto – spiega – gli impianti senza incentivi tariffari potranno essere realizzati e usati per immettere tutta l’energia prodotta nel sistema elettrico, anche tramite il cosiddetto ritiro dedicato. Significa che l’energia è ritirata dal Gse, che corrisponde un prezzo fissato dal l’Autorità per l’energia elettrica e il gas con riferimento al valore di mercato dell’elettricità». «In alternativa – prosegue Barra – l’energia prodotta potrà essere impiegata tutta o in parte per autoconsumo. Oppure, se ne ricorrono le condizioni, per cessione a un cliente sottostante. Infine, l’energia potrà essere usata con il meccanismo dello scambio sul posto, consentito per impianti fino a 200 kW», e che consente di compensare il valore dell’energia ceduta alla rete (e non consumata) con quello dell’energia prelevata dalla rete e pagata attraverso le bollette elettriche.
Le piccole strutture
L’opportunità più interessante, comunque, è quella riservata agli impianti di taglia domestica, per i quali è possibile beneficiare della detrazione fiscale del 36-50% (si veda anche l’articolo in basso). «Gli impianti fotovoltaici che non hanno tariffe incentivanti, realizzati da persone fisiche e impiegati per far fronte al fabbisogno energetico dell’immobile – spiega infatti Barra – hanno diritto, per le spese sostenute fino al 31 dicembre di quest’anno, alla detrazione del 50% su un importo massimo di 96mila euro. Successivamente, la detrazione scenderà al 36% e la spesa massima a 48mila euro».
01 | LA FINE DEL QUINTO CONTO ENERGIA
Il 6 luglio scorso è terminato il quinto conto energia, che 30 giorni prima aveva raggiunto la soglia massima di 6,7 miliardi di incentivi su base nazionale
02 | LA CHANCE DEL 36-50%
La detrazione Irpef per le ristrutturazioni edilizie prevista dall’articolo 16-bis del Tuir, alla lettera h), premia anche le spese sostenute per il conseguimento di risparmi energetici. In questa categoria, secondo le Entrate (risoluzione 22/E/2013) rientrano anche le spese per l’installazione di impianti fotovoltaici. L’impianto deve avere potenza non superiore a 20 kW ed essere posto "al servizio" di un immobile residenziale
03 | LO SCAMBIO SUL POSTO
L’energia elettrica non autoconsumata e ceduta alla rete può essere gestita con lo scambio sul posto, che consente di "compensarne" il valore con quella prelevata dalla rete. Per i privati, il contributo in conto scambio non costituisce reddito
04 | L’IMU
Ai fini Imu, gli impianti al servizio di un’abitazione sono soggetti al prelievo solo se, in base alle regole catastali, hanno una rendita catastale autonoma