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Il Regno Unito vara il primo Conto energia termico

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Gli incentivi per i grandi impianti fotovoltaici saranno invece tagliati del 70%

Fonte: Energia24Club.it

Autore: Energia24Club.it

Il Governo del Regno Unito ha approvato ufficialmente nelle scorse settimane il “Renewable Heat Incentive” (Rhi) per gli impianti di piccola potenza: si tratta di un vero e proprio “conto energia termico” per solare termico, biomasse, geotermia. Il “Renewable Heat Incentive” entrerà in vigore quest’anno per le industrie e il settore commerciale, mentre da ottobre 2012 sarà disponibile per famiglie e aziende. Per 20 anni garantirà una tariffa feed-in (dettagli a questo link) agli impianti che producono calore da rinnovabili. In particolare il nuovo incentivo finanziario incoraggerà l’installazione di apparecchiature come pompe di calore, caldaie a biomasse e pannelli solari termici per ridurre le emissioni e sostenere gli attuali 150.000 posti di lavoro nel settore del riscaldamento. Il Dipartimento per l’Energia e per i cambiamenti climatici del Regno Unito stima che l’incentivo genererà investimenti per 4,5 miliardi di sterline, con 13.000 installazioni nell’industria e 110.000 nel settore pubblico e in quello commerciale. In questo modo, il Governo conta che il numero di impianti termici alimentati da fonti rinnovabili possa raggiungere nel 2014 un numero sette volte superiore a quello fin qui previsto, con notevoli ricadute positive sull’occupazione lungo tutta la filiera.
Attualmente circa la metà delle emissioni di Co2 del Regno Unito provengono dall’energia utilizzata per produrre calore  (più che dall’energia elettrica). Nelle intenzioni del Governo britannico il Rhi ridurrà le emissioni di 44 milioni di tonnellate di carbonio al 2020, equivalente alla Co2 annuale emessa da 20 centrali a gas di nuova generazione.
Oggi circa il 95% del calore nel Regno Unito è prodotto dalla combustione di combustibili fossili, ma con le forniture del Mare del Nord ormai in declino il Regno Unito è stato costretto negli ultimi anni a un aumento delle importazioni. Da qui la decisione di incoraggiare le alternative a basse emissioni. “Questa incentivazione è la prima del suo genere al mondo. Aiuterà il Regno Unito a diminuire la sua dipendenza dai combustibili fossili, riducendo le emissioni di carbonio e nel contempo incoraggiando l’innovazione, l’occupazione e la crescita in nuove tecnologie avanzate”, ha commentato il segretario di Stato britannico all’energia e al cambiamento climatico, Chris Huhne.
Sul sostegno al fotovoltaico, al contrario, il Governo Cameron ha deciso di mettere mano alle forbici: alcuni giorni fa sono stati presentati i tagli da apportare dal 1° agosto 2011 al regime finanziario per i nuovi impianti solari. Le modifiche proposte riguardano gli impianti più grandi, quelli cioè con capacità compresa tra 50 kW e 5 MW, che vedranno i loro sussidi ridotti di oltre il 70%. Downing Street ha comunque specificato che nessuno dei tagli previsti avrà carattere retroattivo e che ogni eventuale modifica attuata inciderà solo sui nuovi impianti. Fino al 6 maggio si terrà una consultazione pubblica sulla proposta, che sarà poi portata in Parlamento per l’approvazione definitiva.