Il governo britannico ha avviato una revisione dei programmi di aiuto per gli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili che comprende anche quelli geotermici. Lo ha annunciato Greg Barker, ministro inglese per l’energia e il cambiamento climatico. Il primo ministro David Cameron e il suo esecutivo si sono da tempo impegnati nella ricerca di 325 miliardi dollari di investimenti per sostituire entro il 2020 gli impianti energetici datati; inoltre, sempre per quella data si è impegnata a ridurre di un terzo le emissioni da carburanti fossili e di raddoppiare la quota di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. In questo senso la geotermia diventa un’opportunità significativa, come ha sottolineato lo stesso ministro Barker: “l’energia geotermica ad alta entalpia è una fonte interessante di energia rinnovabile con un potenziale notevole”.
Tra le imprese impegnate in questo settore c’è Gdf Suez, attiva in un progetto nella città di Southampton e, sempre nella zona, EGS Energy e Geothermal Engineering hanno ottenuto l’approvazione per progetti di generazione energetica geotermica. Finora però il settore geotermico sembra non abbia attirato un grande interesse istituzionale, come ha segnalato da Padraig Hanly, amministratore delegato di GT Energy, sviluppatore del primo progetto irlandese del settore: “l’industria geotermica nel Regno Unito è inesistente in questo momento. Non vi è alcun meccanismo di sostegno finanziario sufficiente in atto per portarla avanti”. Per questo i funzionari del governo stanno attualmente esaminando i livelli di sostegno a piccole e grandi generatori di energia pulita sotto forma di “certificati verdi” (Renewables Obligation Certificate – ROC) e incentivi. Inoltre il governo sta valutando come incentivare progetti di produzione di energia termica da fonti rinnovabili per il riscaldamento degli edifici, sostenendo così in parte le tecnologie geotermiche.
