I costi di realizzazione (oggi 4,5 milioni di euro a centrale); il costo e la disponibilità dell’uranio che nell’arco di 50 anni sarà esaurito; le prevdibili, fortissime opposizioni che arriveranno da amministrazioni e popolazioni locali, un fattore di ritardo e lievitazione dei costi. L’unica centrale in costruzione in Europa è in Finlandia, qui il ritardo ha già fatto crescere i costi del 50%.
Le alternative
Puntare sulle energie rinnovabili: il sole, l’eolico e le biomasse. Ma anche la geotermia: se si riuscisse ad andare a 2000 metri sottoterra, in 10-15 anni potrebbe diventare la principale fonte di energia. Poi c’è l’energia idraulica, con mini impianti che sfruttano tutte le cadute d’acqua, comprese fogne e scarichi per alimentare le turbine. Alla base di tutto però ci dovrebbe essere un uso più razionale dell’energia: se in Italia usassimo solo i led invece delle lampadine, risparmieremmo da 2 a 3 centrali nucleari. Per non parlare dei risparmi possibili cambiando il sistema dei trasporti. Ma qui ci penserà il prezzo del petrolio a farci cambiare idea.