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Il governo britannico mette un freno agli incentivi per la geotermia

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La decisione ha creato forte sorpresa, oltre che delusione, nel settore industriale per quanto era stato in precedenza annunciato

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

A marzo il governo britannico aveva avviato una revisione dei programmi di aiuto per gli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili, compresa la geotermia che era considerata un’opportunità significativa per dare risposta al fabbisogno energetico. Lo aveva annunciato Greg Barker, ministro inglese per l’energia e il cambiamento climatico che aveva dichiarato che «l’energia geotermica ad alta entalpia è una fonte interessante di energia rinnovabile con un potenziale notevole».

Per avviare il settore, non sufficientemente sviluppato nel Regno Unito, i funzionari del Governo avevano ricevuto il mandato di studiare quali potessero essere gli strumenti di sostegno a piccoli e grandi generatori di energia pulita sotto forma di “certificati verdi” (Renewables Obligation Certificate – ROC) e incentivi.

Il governo stava, inoltre, valutando come incentivare progetti di produzione di energia termica da fonti rinnovabili per il riscaldamento degli edifici, sostenendo così anche le tecnologie geotermiche.

Adesso la doccia fredda arriva con due successivi interventi che frenano lo sviluppo dell’energia geotermica.

Il governo del Regno Unito ha, infatti, annunciato che non verrà aumentato, all’interno del Renewables Obligation, il valore degli incentivi destinati allo sviluppo della geotermia.

Un repentino cambiamento di programma che -avverte il settore industriale- spingerà gli investitori a volgere lo sguardo all’estero impoverendo così il mercato britannico.

La consultazione avvenuta pochi giorni fa ha proposto di mantenere l’attuale valore di vendita dei certificati verdi (ROC), che vengono adesso rilasciati alle centrali geotermiche, ovvero 2 ROC per MWh, ma ha deciso di ridurre questo valore a 1,9 ROC nel 2015/16, ed a 1,8 ROC nel 2016/17.

Valori che –a quanto sostiene l’industria geotermica- sono la metà di quanto riconosciuto in Germania.

«La nuova tariffa tedesca è di 300 €/MWh, il doppio rispetto al Regno Unito –ha commentato Ryan Law, amministratore delegato della Geothermal Engineering, ed ha aggiunto che l’industria nel suo complesso è delusa e sorpresa».

La sorpresa è per il cambiamento di approccio da parte del Governo e la delusione perché il settore industriale ricorda che per la quasi inesistenza di questo comparto nel Regno Unito è necessaria una maggiore considerazione nei suoi confronti e di un piano concreto di sussidi per portare il paese anglosassone ad occupare un posto privilegiato nel mercato geotermico mondiale.

Invece, come ha sottolineato Gaynor Hartnell, amministratore delegato dell’Associazione Energie Rinnovabili, mantenere l’attuale livello di incentivi e predisporre un loro graduale abbassamento «invia un segnale sbagliato agli investitori, che avevano l’impressione che il governo stesse cercando di favorire questa tecnologia emergente».

La risposta del ministro per l’energia e il cambiamento climatico, Greg Barker, ha cercato di rassicurare il settore dell’industria geotermica, confermando di essere a favore dell’aumento dei sussidi per sostenere l’industria nascente, che attualmente è composta da un numero esiguo di progetti proposti in Cornovaglia, Southampton e Newcastle.

Il ministro ha anche riconosciuto, sulla base dei dati del Dipartimento dell’Energia e dei cambiamenti climatici, che la tecnologia potrebbe fornire fino a 480 MW di capacità entro il 2020 e 4 GW entro il 2030.

Nonostante le rassicurazioni del ministro Barker, le decisioni del Governo sembrano però rimanere salde a quanto deciso, perché nonostante sia stato confermato che la geotermia continuerà a fare parte dei progetti di integrazione nel mix energetico futuro del Regno Unito, al momento le risorse economiche devono essere concentrate altrove, verso tecnologie considerate più convenienti che aiutino il paese a raggiungere gli obiettivi energetici europei al 2020.