Quest’ultima è una risorsa rinnovabile ancora poco sfruttata in Giappone, ma il governo sembra ormai essere molto consapevole delle enormi potenzialità del Paese.
Il contributo, dal tetto massimo di 19 milioni di dollari, è a disposizione di tutte quelle aziende private ed università che si impegneranno nell’elaborare progetti di sviluppo tecnico e studio legati al settore geotermico.
Gli obiettivi del governo nipponico sono quelli di promuovere ricerca e sviluppo a 360° rispetto a questa branca delle rinnovabili, puntando soprattutto all’abbattimento dei costi di perforazione e all’incremento delle turbine a vapore ad alto rendimento.
Il finanziamento previsto per il 2013 è dunque di 1.500 milioni di yen ($ 19 milioni) ed il programma fornirà borse di studio che copriranno fino a due terzi del costo totale di ogni progetto. Lo sfruttamento delle energie rinnovabili, in Giappone, è stato potenziato dopo l’abbandono delle centrali nucleari.
Dopo aver spento i reattori, in realtà, nel Paese c’è stato un incremento dell’uso di combustibili fossili per ricavare energia elettrica, ma si è trattato solo di un momento di transizione, durante il quale il governo giapponese si è riorganizzato per puntare sulle energie alternative. Una svolta green, in cui i maggiori protagonisti sono l’energia solare e quella geotermica.
Com’è noto, il Giappone è composto da isole vulcaniche incluse nell’Anello di Fuoco – il cosiddetto Ring of Fire – un’area altamente sismica, che se purtroppo tormenta la popolazione locale con frequenti terremoti, rappresenta anche una ricca risorsa energetica.
Secondo le stime, in Giappone grazie alla geotermia si potrebbero produrre all’incirca 23,47 GW di energia elettrica, mentre attualmente non si superano i 0,5 GW. Staremo a vedere se e in quanto tempo i nuovi obiettivi del governo saranno raggiunti.