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Il Giappone alla scoperta della geotermia EGP

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Una delegazione del Central research institute of Electric power industry accolta in visita ufficiale al centro Enel Green Power di Larderello per scoprire l’eccellenza e le tecnologie EGP negli impianti in Toscana

Fonte: Enel Green Power

Autore: Enel Green Power

Dal Giappone alla Toscana per scoprire i segreti della geotermia di Enel Green Power. Il 5 settembre, una delegazione del Central research institute of Electric power industry ha visitato il centro EGP di Larderello. L’istituto di ricerca giapponese opera in particolar modo nel settore dell’energia geotermica in accordo con il Governo di Tokyo e la visita in Toscana è stata organizzata appositamente per consentire al gruppo di ingegneri e ricercatori di conoscere nel dettaglio il fenomeno geotermico, con particolare riferimento all’integrazione tra fonti rinnovabili diverse, quali la geotermia e le biomasse.

La delegazione del istituto di ricerca giapponese ha partecipato sia ad una sessione di incontri tecnici con gli ingegneri Enel Green Power sia a una fase più illustrativa caratterizzata dalla visita al Museo della geotermia di Larderello e a una centrale geotermica.

Oltre 150 delegazioni hanno visitato Larderello dal 2000 ad oggi, arrivando dal Cile come dalla Cina, dagli Stati Uniti come dall’Indonesia. L’ultima in ordine di tempo è stata quella dell’Institut de Conseil et d’Etudes en Développement Durable (ICEDD) del Belgio, arrivata il 16 maggio in Toscana per una tre giorni di visite e workshop agli impianti geotermici di Enel Green Power. Il primato globale della geotermia Enel ha ragioni storiche e tecnologiche. A Larderello l’energia della terra è stata sfruttata per la prima volta a fini industriali più di 100 anni fa. E da allora l’area dei monti Amiata è divenuta un distretto geotermico di rilevanza mondiale.

Il paradigma di innovazione, sostenibilità ed efficienza sviluppato negli anni dalle rinnovabili di EGP ha nella geotermia uno degli esempi più rilevanti. In Toscana Enel ha dotato i propri impianti di sistemi per la qualità dell’aria come l’AMIS, che permette di ridurre praticamente a zero le emissioni associate al vapore geotermico; nella centrale di Bagnore 4 ha introdotto una soluzione innovativa per l’abbattimento dei fumi dell’ammoniaca; nel centro sperimentale di Livorno ha iniziato a sviluppare la tecnologia per lo sfruttamento delle fonti geotermiche a media e bassa entalpia poi implementata nell’impianto di Stillwater negli Usa.