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Il geologo Murratzu a Roma dal vice ministro Fassina per parlare di geotermia e aree minerarie: dalla CO2 fino ai progetti di Casole D’Elsa

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Appuntamento a Roma oggi, lunedì 25 novembre alle 16. Nel suo intervento un messaggio anche al territorio: “Alcune società abbandonano le ricerche, mentre le ricadute occupazionali potrebbero essere significative”

Fonte: GoNews.it

Autore: GoNews.it

Un forum ristretto tra governo ed imprese. E’ quello che si terrà oggi pomeriggio, lunedì 25 novembre, a Roma all’Hotel Parco dei Principi e che vedrà impegnato, in rappresentanza delle aziende, il geologo certaldese Alessandro Murratzu della Idrogeo. Il suo invito giunge come ruolo di relatore sulla geotermia e perforazioni e la richiesta di partecipazione è arrivata da parte del viceministro dell’economia e delle finanze Fassina e di Matteo Colanino,responsabile economia – Segreteria nazionale PD, a Roma lunedì 25 novembre nel pomeriggio. Murratzu rappresenterà un nutrito gruppo di imprese ed università toscane che si sono organizzate in rete, lavorando nel campo delle ricerche e delle iniziative di sviluppo di nuove centrali geoelettriche per la produzione di energia elettrica e di calore per le industrie o per teleriscaldamento cittadino. Sul mercato italiano si stanno affacciando società a capitale italiano e straniero, nell’elenco spiccano la Lifenergy, interessata ad estrarre la CO2 a Certaldo e la Magma Energy con un progetto di geotermia a Casole D’Elsa.

Questa la sintesi dell’intervento che Alessandro Murraztu terrà a Roma:

“Le ricadute occupazionali, potrebbero essere significative, diffuse e facilitate da una grande diffusione in Italia del calore della terra utile per produrre energia elettrica (presente sia la sud che al centro ed anche al nord Italia con caratteristiche assai più vantaggiose di nostri partner europei come Francia e Germania.
Potremmo capitalizzare il fatto che siamo stati i primi a realizzare centrali geotermiche nel mondo e siamo ancora nelle condizioni di mantenere tale primato anche per presenza di risorse della terra di enorme rilievo e di saperi, conoscenze e risorse umane esperte e professionali senza uguali nel mondo.
Infatti tutte le tecnologie di avanguardia nel mondo geotermico portano la compartecipazione italiana da cui hanno tratto origine.
In Italia abbiamo a disposizioni oltre 3.000 perforazioni profonde oltre 3.000-4.000 metri per ricerca geotermica o di OIL and gas che determinano condizioni di assoluto privilegio con banche dati disponibili in tutto il territorio nazionale. Enormi investimenti fatti con soldi pubblici e fondi privati negli ultimi 50 anni” spiega Murraztu. La fonte geotermica ha enormi vantaggi una volta avviata anche rispetto alla fonte solare o del vento in quanto produce continuamente per tutto l’anno ed in tutte le condizioni.
Ma soprattutto all’inizio, come in questi anni vista l’apertura del mercato solo nel 2010, ha un grande freno il rischio minerario che se non correttamente affrontato può far fallire molte iniziative come purtroppo ora inizia ad essere chiaro (alcune società iniziano ad abbandonare le ricerche). Esiste un progetto europeo “EGRIF” che tratta in maniera dettagliata quanto vi espongo ed individua in Italia come in altri paesi europei proprio questo problema che frena il neonato settore geotermico a zero emissioni. In sostanza il rimedio condiviso anche dall’UGI e dalla comunità europea, che sottopongo direttamente all’attenzione del Ministro e degli altri importanti interlocutori per non fermare lo sviluppo di questo settore, è rappresentato dal mettere in campo dei driver come lo sono MAP e KfW in germania, e collaborazioni tra investitori privati, banche di investimenti, investment aggregator, banche private ed assicurazioni per coprire il rischio minerario che può far abortire queste nuove iniziative industriali. Si potrebbe analogamente alla Germania e ad altri paesi europei muovere l’iniziativa attraverso due nuove direttrici.
1) co-finanziamento pubblico-privato per la riduzione dei costi e dei rischi minerari connessi alla prima attività esplorativa con facilitazioni nell’accedere a polizze assicurative a copertura del rischio minerario;
2) creazione di un investment aggregator in grado di radunare un pool di finanziamenti agevolati ottenuti da private equity e banche commerciali.

Analogamente a quanto fanno già oggi società come la Simest per l’ internazionalizzazione occorrerebbe creare un prodotto specifico a livello nazionale che potrebbe davvero abbattere il rischio minerario e far decollare questo importante e strategico settore con possibili effetti positivi distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Enormi sarebbero i vantaggi anche per la crescita delle medie aziende che differenziano le attività’ con la geotermia ed anche per tutta la collettività sotto il profilo ambientale, occupazionale, di efficientamento e produzione di energia rinnovabile e completamente pulita con il nuovo ciclo binario a scambio di calore con zero emissioni.
Si potrebbero superare anche i problemi di gestione che attualmente gravano sui vecchi sistemi produttivi a flash esistenti a Larderello e sul Monte Amiata.

Seguendo l’esempio della Baviera, dove si sfrutta il normale gradiente geotermico (30 gradi per ogni km di profondità ) il settore da nicchia di mercato conosciuta solo da super esperti ma enormemente redditizia, potrebbe diventare un nuovo settore trainante per tutto il nord Italia ed in particolare per il Veneto e l’Emilia dove vi sono enormi risorse oggi conosciute ma mai finora sfruttate per produrre energia elettrica pulita. Grande sarebbe inoltre il vantaggio di potere usare il calore gratuito di cascata dalle centrali geotermiche anche per il teleriscaldamento di importanti città come Vicenza, Parma, Bologna, Padova, Verona, Milano etc… Come d’altronde già oggi la partecipata Hera fa nella città di Ferrara con grandi risparmi nelle spese di riscaldamento per tutti i cittadini e che superano di molti i vantaggi dell’annullamento della seconda rata Imu”.