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Il fotovoltaico sui tetti industriali

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Ha raggiunto quasi 1000 MW la potenza complessiva degli impianti installati sui tetti dei capannoni industriali

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

L’elaborazione realizzata in esclusiva dal GSE per il Sole 24 Ore indica che al 2010 gli impianti collocati nei fabbricati industriali raggiungevano una potenza complessiva di quasi 1.000 MW, pari a oltre un quarto (il 26%) del totale della potenza da impianti fotovoltaici presenti sino a quel momento in Italia (3.470 MW). Si tratta di impianti non a terra «vale a dire -spiega Silvia Morelli del GSE– quelli installati sui tetti, sulle facciate, o su pensiline di edifici industriali».

Nel 2010 gli impianti fotovoltaici sui siti industriali hanno fatto registrare un incremento del 144% sul 2009 per quanto riguarda la potenza installata, rappresentando un’opportunità sempre più interessante per la filiera del settore.

Un dato che sembra destinato a crescere in modo esponenziale con l’aggiornamento relativo al 2011 che sarà presentato e pubblicato nelle prossime settimane. Già oggi, infatti, si sa che la potenza totale, relativa a tutti i settori, è salita (dati di marzo) a 12.900 MW contro i 3.470 del 2010.
Il comparto fotovoltaico ha avuto uno stimolo propulsivo, in prima battuta, grazie agli incentivi previsti dal Conto energia e dalla possibilità per le aziende di ridurre in questo modo il costo della propria bolletta energetica e in secondo luogo per le restrizioni introdotte per la realizzazione degli impianti a terra, che sono stati ulteriormente penalizzati dal recente decreto liberalizzazioni che vieta la realizzazione di impianti fotovoltaici in terreni agricoli.

Il dato a scala regionale indica che tra le prime dieci regioni è la Lombardia in testa per la potenza installata da impianti fotovoltaici sugli edifici industriali: oltre 167 MW nel 2010, con un incremento del 223% sul 2009, subito dietro, al secondo e terzo posto, Emilia Romagna e Veneto. A seguire Piemonte, Trentino Alto Adige, Marche, Toscana, Puglia, Umbria e Campania, mentre Liguria, Molise e Valle d’Aosta sono i fanalini di coda.

Ma la classifica potrebbe cambiare poiché in tredici mesi il numero degli impianti fotovoltaici in Italia è più che raddoppiato. Erano 156mila scarsi al 31 dicembre 2010, sono balzati a 334.757 alla fine dello scorso gennaio. Una crescita che appare ancora più evidente se si considera anziché il numero degli impianti, la potenza totale, che è passata in questo lasso di tempo da 3.470 MW di fine 2010 ai quasi 13mila MW di oggi.

Un incremento per la potenza fotovoltaica installata sui tetti degli edifici industriali può essere rappresentato anche dalla sostituzione dei vecchi tetti in eternit.

Il quarto Conto Energia prevede, infatti, un premio di 5 centesimi di Euro/kWh per l’energia prodotta da impianti fotovoltaici installati in sostituzione di coperture contenenti amianto.

A costi medi correnti sul mercato, i tecnici indicano che questo premio “paga” il costo relativo alla bonifica più la nuova copertura in soli dieci anni circa.
In pratica la bonifica più la nuova copertura è autofinanziata dall’incentivo riconosciuto agli impianti fotovoltaici installati in sostituzione di coperture in amianto.

A questo proposito molte province e adesso anche la Regione Emilia Romagna hanno deciso di aderire alla campagna promossa da Legambiente “AzzeroCO2″.

L’Emilia Romagna ha destinato a sostegno delle imprese -giudicate idonee – circa 13 milioni di euro per spese di sostituzione amianto, installazione pannelli solari e efficientamento delle strutture.

Grazie a queste risorse si stima che saranno rimossi 209 mila metri quadrati di amianto a fronte di 23 mila KW di potenza fotovoltaica installata in sostituzione.

Secondo i dati forniti dalla Regione Emilia Romagna, i 13 milioni messi a disposizione saranno così divisi: 3 milioni di euro per la rimozione dei pannelli in amianto, 6,5 milioni per l’installazione degli impianti fotovoltaici e 3,5 milioni per gli interventi di coibentazione ed efficienza energetica. Un giro d’affari che comprenderà anche gli investimenti delle stesse aziende, portando questi valori quasi al raddoppio.