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Il fotovoltaico conviene a casa

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Il Quarto conto energia premia gli impianti integrati e di piccola taglia.

Fonte: Italia Oggi

Autore: DI SIBILLA Di PALMA

Il Quarto conto energia ha ridotto gli incentivi per la produzione di energia elettrica dal fotovoltaico, premiando comunque (con una limatura dei bonus meno pesante) gli impianti integrati e di piccola taglia. Installare, quindi, i pannelli fotovoltaici in condominio può continuare a essere un’opzione interessante, a patto di fare attenzione a tempistiche e costi. Vediamo come muoversi e cosa sapere se si decide di realizzare l’impianto.
Cosa sapere se si sceglie di installare i pannelli nel proprio condominio. I condomini che scelgono di installare un impianto fotovoltaico sul proprio edificio devono produrre una delibera assembleare, corredata anche da un progetto tecnico e da un’analisi di fattibilità da parte del fornitore. La maggioranza richiesta è quella semplice delle quote millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea. L’impianto, quindi, può essere usato per soddisfare il bisogno di energia delle parti comuni, abbattendo i costi per l’utilizzo dell’ascensore o per l’illuminazione di scale e giardini. Un risultato ottenibile grazie al regime di «scambio sul posto», il più indicato se l’impianto è dimensionato su tali consumi annui o sottodimensionato rispetto a essi. Da ricordare, però, che l’impianto condominiale non può essere usato per rifornire di energia i singoli appartamenti. Se il condomino intende procedere in questo senso deve farsi carico della realizzazione dell’impianto personale e ottenere il consenso dall’assemblea condominiale. In caso di surplus di energia, quindi se l’impianto risulta sovradimensionato rispetto ai consumi annui, inoltre, il condominio può decidere di vendere l’energia in eccesso al Gse (Gestore dei servizi energetici), con il servizio di «ritiro dedicato». In entrambi i casi, al guadagno derivante dell’autoconsumo o dalla vendita dell’energia si aggiungono anche gli incentivi previsti dal Quarto conto energia, che in sostanza permettono di ripagarsi l’impianto.
Quali autorizzazioni sono necessarie. Per poter portare avanti l’operazione sono poi necessari anche dei permessi ad hoc, in base soprattutto ai requisiti dell’impianto da installare. Possono infatti esserci due casi. Nel primo, gli impianti fotovoltaici integrati nei tetti degli edifici con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda, la cui superficie non sia superiore a quella del tetto stesso e i cui componenti non modifichino la sagoma della costruzione, sono considerati interventi di manutenzione ordinaria e quindi non richiedono la Denuncia di inizio attività (Dia). In questo caso, è, quindi, sufficiente una comunicazione preventiva al comune. Se, invece, la costruzione dell’impianto non rientra in questi parametri è soggetta alla Dia, a condizione che la superficie complessiva dei moduli fotovoltaici dell’impianto non sia superiore a quella del tetto dell’edificio sul quale i moduli sono collocati.
L’iter da seguire. Ci sono poi dei passaggi a carico dell’amministratore di condominio che devono essere effettuati per portare a termine l’operazione. In primo luogo, l’amministratore deve richiedere uno studio di fattibilità gratuito ad almeno tre installatori locali; convocare l’assemblea condominiale e, infine, dare inizio all’esecuzione dei lavori, con l’allaccio in rete e la richiesta degli incentivi al Gestore dei servizi energetici. Una volta ottenuto il finanziamento, i lavori si aprono in 30 giorni e si concludono nel giro di un paio di settimane.
Gli incentivi. Per quanto riguarda gli incentivi, il Quarto conto energia (decreto interministeriale del 5 maggio 2011) prevede che, per le installazioni realizzate entro il 2012, le tariffe incentivanti vanno dai 32 centesimi di euro a Kw di novembre 2011 ai 25 centesimi del secondo semestre 2012; inoltre, è possibile rivendere al Gse l’energia prodotta e non autoconsumata, che ai prezzi correnti di mercato vale circa 10 centesimi a Kw. Fatti i dovuti calcoli si può azzerare la bolletta elettrica e si possono conseguire discreti guadagni, nell’arco di 20 anni di durata dell’incentivo. E visto che gli incentivi diminuiscono con il passare del tempo, prima si allaccia l’impianto e più conveniente è la tariffa. Dal 2013, infatti, sarà onnicomprensiva e inclusiva anche del valore dell’energia ma la quota incentivante dovrebbe ridursi di circa 20 centesimi.
Le possibilità di finanziamento. Calcolando che i costi di installazione dell’impianto si aggirano in genere intorno ai 15-20 mila euro, può essere utile valutare la strada dei finanziamenti bancari. Per procedere, l’amministratore deve ottenere una delega dall’assemblea condominiale e presentare un business pian. La valutazione di quanto può essere finanziato viene elaborata dalla banca interpellata sulla base del valore catastale dell’intero immobile. Il finanziamento viene di solito erogato per una durata di 1518 anni, mentre il Quarto conto energia incentiva per 20 anni. In genere sono gli ultimi anni ad essere fonte di forte utile netto, mentre quelli precedenti solitamente permettono un pareggio, oltre che l’abbattimento della bolletta elettrica condominiale di circa l’80%. La banca richiede, infine, la stipula di un’assicurazione all risks, che copre per pochi euro a Kw da furti, atti di vandalismo, danneggiamento da eventi atmosferici e da mancata produzione per qualsiasi motivo.