Gli attacchi mediatici alle rinnovabili non si fermano. Spiace che oggi se ne faccia portavoce un valente giornalista come Sergio Rizzo, che tante volte, per esempio sul fronte dei reiterati tentativi di condoni edilizi, ha svolto efficacissimo lavoro d’inchiesta, ma che oggi scrive un editoriale sul Corriere della Sera il cui succo fondamentale è “in Puglia non si permette la realizzazione di infrastrutture energetiche utili, quali il rigassificatore a Brindisi e il nuovo gasdotto Tap, e invece nulla è stato fatto contro lo scempio del paesaggio causato dall’inutile fotovoltaico e l’orrido eolico”.
Per la verità su quel quotidiano non è certo la prima volta che si da spazio a queste posizioni: memorabili le due pagine pubblicate il 5 giugno per “celebrare” la Giornata mondiale dell’ambiente dedicate all’attacco a tutte le azioni mirate a combattere i cambiamenti climatici, comprese quindi ovviamente le fonti rinnovabili.
Ma l’editoriale odierno, proprio per l’autorevolezza dell’autore e la prestigiosa collocazione, rischia di fare ancora più danni, perché lettori non adeguatamente informati ci possono “cascare”.
Chi scrive è personalmente convinto che le opposizioni all’approdo in Puglia del gasdotto Tap sulla base di preoccupazioni ambientali e paesaggistiche siano ingiustificate. Più discutibile invece sostenere che la localizzazione a Brindisi di un rigassificatore fosse la scelta più intelligente e coerente. Ma sostenere come fa Rizzo che la prima opera è a rischio e la seconda abbandonata dalla British Gas, che l’avrebbe voluta realizzare, a causa della riforma del Titolo V della Costituzione che ha dato poteri concorrenti alle Regioni in materia energetica è una ricostruzione degli eventi che non ha nulla a che fare con la storia e la realtà.
Il progetto della British gas ebbe gravissimi problemi con la Valutazione di Impatto Ambientale a livello nazionale e il Governo Berlusconi, complice l’allora Sindaco di Brindisi, poi finito in manette per una storia di corruzione, tentarono di imporre la realizzazione di quell’opera con un blitz, fallito, in barba a tutte le normative. Il Titolo V non c’entra niente. La realizzazione della Tap, che io ritengo utile, deve – come ovunque nel mondo democratico, non in Cina (ma neanche a Rizzo piacerebbe vivere lì) – semplicemente fare i conti con il consenso locale. Anche qui il Titolo V non c’entra affatto.
Ma ciò che non è proprio comprensibile nell’editoriale del Corsera è l’attacco forsennato alle rinnovabili. Bisognerebbe essere felici dei 3000 MW di fotovoltaico pugliese. Eravamo la barzelletta d’Europa: il “paese del sole” senza energia solare; oggi grazie soprattutto alla Puglia quel gap si è colmato e i nostri 17mila MW sono secondi solo alla Germania in Europa. Di quali terreni agricoli perduti si parla in un paese che negli ultimi anni ha perso 1 milione di ettari di superficie agricola utile per abbandono o cementificazione? Altro che fotovoltaico!
E andateci sull’autostrada Napoli-Bari e ne vedrete tante di pale eoliche tra l’Irpinia e la Puglia. Io le trovo bellissime. Girano tutte, e “completano” quel paesaggio. Non è vero che siano inutili e che addirittura sono realizzate in assenza di vento: ce ne sono tante proprio perché quella è una delle regioni più ventose d’Italia.
Andrea Camilleri nel “Sorriso di Angelica” così scrive della sua Sicilia (altra Regione citata sul Corriere): “S’attrovaro a percorriri ‘na speci di sentiero di campagna, ‘n mezzo a un mari di bocche di lioni supra al quali, a ‘ntervalli regolari, si slanciavano altissime pale eoliche. Livia ne ristò affatata. “Certo che avete dei paesaggi…”
Certo che anche le fonti rinnovabili richiedono delicatezza e attenzione nel loro inserimento nel paesaggio italiano, e a volte così non è stato, ma troppo spesso se ne parla senza conoscere e senza riconoscere che proprio la loro “utilità” le può far inserire in maniera armoniosa e persino arricchente nella bellezza che ci circonda.