Il Cantone di Ginevra, nella Svizzera francese, ha fatto partire un piano di esplorazioni per sondare le potenzialità del sottosuolo e utilizzare il naturale calore della terra come fonte energetica di riscaldamento.
La società Services Industriels de Genève (SIG) ha, infatti, iniziato l’esplorazione del bacino sotterraneo di Ginevra, secondo quanto previsto nel programma “Geothermie 2020”, guidato dallo Stato di Ginevra e implementato dal SIG, che ha l’obiettivo di migliorare la conoscenza del sottosuolo del Cantone per lo sviluppo geotermico.
Il SIG investirà 20 milioni di franchi nel programma Geothermie 2020 che avverrà in tre fasi: prospezione, esplorazione e utilizzo.
Con questo progetto il Cantone di Ginevra punta a riuscire là dove altri progetti in Svizzera hanno fallito: usare la geotermia come fonte di energia principalmente per coprire i fabbisogni termici, ma non è escluso, se i risultati delle esplorazioni saranno positivi, che possa essere utilizzata anche per produrre energia elettrica.
La prima fase esplorativa consiste nell’effettuare test geofisici per stilare una cartografia del sottosuolo e verificare la presenza di bacini d’acqua calda con flussi e temperatura sufficienti per essere usati come bacini geotermici.
Il progetto lo spiega a RSI-news, Remy Beck, Direttore dell’Ufficio cantonale dell’energia: «È una tappa di grande importanza per conoscere il sottosuolo e capire come sfruttarlo dal punto di vista energetico. La geotermia ha la particolarità di essere sempre disponibile. E’ una fonte locale e rinnovabile e permetterebbe di coprire i due terzi del fabbisogno energetico dei ginevrini. Oggi dipendiamo invece per il 70% dalle fonti fossili come il gas e il petrolio».
«Una possibilità –continua Beck- che potrebbe realizzarsi già dal 2020. Il programma, infatti, si è prefissato questa data anche se il cammino è ancora lungo ed è più prudente attendere i risultati. Lo studio terminerà nel 2017 poi dovranno essere realizzati i pozzi esplorativi. Se avranno esito positivo non escludiamo la possibilità di produrre in futuro anche elettricità».
In questa prima fase esplorativa saranno scandagliati, con tecniche geofisiche, 8 chilometri di sottosuolo fra Chancy e Bernex, inviando onde sonore fino a 1500 metri di profondità, per catturare e quindi analizzare la loro eco. I dati raccolti nel corso di questi test geofisici, saranno analizzati dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Ginevra.
«Lo sviluppo della geotermia -ha dichiarato Antonio Hodgers, Consigliere di Stato responsabile del Dipartimento di Pianificazione territoriale e dell’Energia- potrebbe dare un contributo significativo per raggiungere l’obiettivo di produrre energia senza ricorrere al nucleare e per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili che attualmente costituiscono oltre il 70% dell’energia consumata a Ginevra».
«A fianco di questo studio esplorativo –ha detto Luc Barthassat, Consigliere di Stato responsabile del Dipartimento Ambiente, dei Trasporti e dell’Agricoltura- la stesura di una nuova legge sulle risorse del sottosuolo fornirà un adeguato quadro giuridico per la loro gestione in futuro».