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Il calore della terra

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Una risorsa d’energia pulita, ma che deve saper essere sfruttata. E’ il geotermico, di cui è ricca la Serbia. Ora una collaborazione tra un consorzio di comuni toscani e gli enti locali in Serbia può fare la differenza

Fonte: Balcani Caucaso.org

Autore: Cecilia Ferrara

Uno scambio di best practices tra enti locali per gestire al meglio la risorsa geotermica e lo sviluppo di una produzione energetica in Serbia che ha un alto potenziale ma uno sfruttamento minimo. Con queste idee il CoSviG, il Consorzio di Sviluppo Aree Geotermiche toscano, ha firmato un protocollo d’intesa con la società italiana Icaro, la Camera di Commercio di Leskovac e con i comuni della Serbia meridionale di Vranje, Bujanovac e Medveđa.

Il prossimo passo: una conferenza internazionale da tenersi a Belgrado prima dell’estate che metta a confronto rappresentanti serbi ed italiani provenienti da enti di ricerca, istituzioni di livello nazionale e locale, imprese interessate ad investire nella geotermia. “In Serbia questa risorsa è sfruttata molto poco rispetto alle sue potenzialità – spiega Nicola Tiezzi della società di consulenza Icaro di Cortona che nei Balcani è attiva con progetti che favoriscono uno sviluppo economico eco-sostenibile – nonostante la geotermia produca un’energia pulita in accordo con i parametri del protocollo di Kyoto”.

Il Co.Svi.G, che ha lanciato l’idea di collaborazione con la Serbia, è un consorzio che raggruppa 14 comuni, 3 province e comunità montane toscane. “Il Consorzio è nato poco più di vent’anni fa – spiega Loredana Torsello del Centro Internazionale per il Trasferimento dell’Innovazione Tecnologica (CITT: un’associazione di istituti di ricerca, enti locali e di cui CoSviG è capofila ndr.) – e ha svolto un ruolo fondamentale nel dare ai comuni la forza di incidere sulle modalità di sfruttamento delle proprie risorse, diversificandone l’uso e ricercando i migliori modi di valorizzazione delle proprie potenzialità, riappropriandosi di una parte della governance del proprio territorio”.

“L’energia geotermica ha un basso impatto ambientale, è rinnovabile, sempre disponibile e non deve essere importata – spiegano Isabella Nardini e Domenico Montanari, geologi del Centro di Eccellenza per la Geotermia di Larderello, CEGL – ma necessita di una specifica manutenzione. Utilizzata senza le dovute precauzioni, la risorsa può esaurirsi”.

La geotermia impiega il calore della Terra in quei punti dove l’energia proveniente dalle profondità del pianeta riesce a risalire velocemente arrivando in prossimità della superficie, riscaldando così il terreno e le falde acquifere. “Il CEGL può sicuramente aiutare la Serbia, visto che in Toscana abbiamo 100 anni di esperienza di utilizzo molteplice della risorsa”, aggiungono i geologi.

Nel 1904, infatti, fu a Larderello paese di 850 anime in provincia di Pisa, che vennero accese le prime lampadine grazie all’energia geotermica, inventando un nuovo utilizzo del calore terrestre. La risorsa geotermica in Toscana è concentrata nei comuni delle province di Siena, Pisa e Grosseto, produce oltre il 25% dell’energia elettrica consumata dalla regione, ed occupa il quinto posto nel mondo per la produzione di energia elettrica da fonte geotermica dopo Stati Uniti, Filippine, Indonesia e Messico.

In Serbia le prime ricerche in campo idrogeologico sono state fatte negli anni ’70, ai tempi della crisi energetica, ma da vent’anni a questa parte non sono più state eseguite raccolte di dati sullo stato dell’arte, né nuovi investimenti nel settore. Questo nonostante un potenziale molto alto.

La Serbia per ora sfrutta le sorgenti di acqua calda per scopi terapeutici o ricreativi come spiega il professore Mica Martinović della Facoltà di Risorse Minerarie e Energia dell’Università di Belgrado: “In pratica utilizziamo le risorse geotermiche come facevano gli antichi romani. I ritrovamenti archeologici, infatti, ci mostrano che le terme più conosciute ancora oggi, Vranjska Banja, Niška Banja, Vrnjačka Banja e Gamzigradska Banja, avevano la stessa funzione molti secoli fa”.

Oggi esistono 59 centri utilizzati per scopi balneari, sportivi e come centri turistici. Le acque termali sono anche imbottigliate da 9 aziende di acque minerali, mentre l’uso diretto dell’energia termale per il riscaldamento di ambienti o la produzione energetica è molto modesta in rispetto al suo potenziale. “E’ difficile calcolare la percentuale di utilizzo delle risorse geotermiche nel nostro Paese – dice ancora il professor Martinović – in generale, si può stimare che sia circa l’8-10 per cento del potenziale totale”.

Ci sono già alcuni progetti in atto, spiega il professore, i più importanti sono nelle stazioni termali a Vranjska, Mačva, nell’area di Bogatić e in Vojvodina. “Alla fine del mese di giugno circa 20 pozzi geotermali in Vojvodina, che sono ora di proprietà di Nis-Gas Oil (ovvero la russa Gazprom ndr) – dice il professore – saranno venduti. Mentre per quanto riguarda l’utilizzo di pompe di calore per il riscaldamento di uffici esistono una dozzina di progetti in via di realizzazione a Belgrado”.

Per Martinović la cooperazione con esperti dalla Toscana è possibile su diversi fronti: dalla valorizzazione delle risorse geotermiche, alle sue possibili applicazioni, alla sensibilizzazione all’interno dei ministeri e nei confronti della popolazione locale su questa risorsa, fino al trasferimento di know how tecnologico ed altro ancora.

Il progetto è nato poco meno di un anno fa, quando la Camera di Commercio di Leskovac, cittadina nel sud della Serbia in uno dei distretti a più alto potenziale per la geotermia, ha avuto la possibilità di incontrare, attraverso la Camera di Commercio di Siena e ICARO, il CoSviG. Per chiedere consigli su come utilizzare l’energia geotermica a chi, come i toscani, aveva già esperienza in questo settore.

“Il CoSviG ha da subito creduto a questa sfida e si è impegnato in un lavoro di networking che ha portato alla firma del protocollo d’intesta – racconta Loredana Torsello – per esplorare le possibilità della creazione di un consorzio di comuni, come è successo in Toscana vent’anni fa, per imparare a valorizzare il proprio territorio senza svenderlo”.

Lo scorso febbraio si è tenuto a Siena un workshop internazionale finalizzato a creare un momento di incontro ufficiale fra i rappresentanti del territorio della Serbia meridionale compreso fra i distretti di Jablanica e Pcjnia e gli stakeholder del territorio geotermico toscano. Hanno partecipato tra gli altri Goran Jović il presidente della Camera di Commercio e Industria Regionale di Leskovac, Dragoljub Živković, Direttore del Centro Regionale per l’efficienza energetica di Niš, Jonuz Tefik Musliu, Presidente dell’Assemblea Municipale di Bujanovac, Slobodan Drasković, Presidente della Municipalità di Medveđa.

Il progetto dunque – che propone il dialogo tra territori che hanno simili caratteristiche geologiche – potrebbe essere un interessante esempio di cooperazione decentrata con un’ampia gamma di obiettivi: dal capacity building negli enti locali allo sviluppo a favore dello sviluppo locale e delle popolazioni di un’energia pulita. Fattore quest’ultimo particolarmente importante in Serbia dove ancora il 70% della produzione energetica è costituita dallo sfruttamento, ad alto livello inquinante, del carbone.