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IGF (Italian Geothermal Forum): con COSVIG si guarda all’innovazione e sostenibilità in campo geotermico

IGF (Italian Geothermal Forum): con COSVIG si guarda all’innovazione e sostenibilità in campo geotermico

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A Roma, dall’11 al 13 Marzo una kermesse vivace e partecipata ha consentito di fotografare lo stato dell’arte della geotermia in Italia ed europea. Tra i protagonisti, il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche con il progetto COMPASS e una panoramica sul contributo della geotermia nella transizione energetica anche alla luce delle nuove tecnologie e dei nuovi modelli organizzativi e di business.


La geotermia non è più, da molto tempo, un affare solo italiano, anche se è proprio in Italia – e più precisamente in Toscana – che è nato il moderno sfruttamento in chiave industriale di questa risorsa energetica rinnovabile e pulita.

Ormai, infatti, si è fatta strada a livello globale la consapevolezza che questa fonte possa essere utilizzata non solo per la produzione elettrica e anche in contesti meno rari per gli usi termici diretti – ovvero anche in condizioni di più bassa temperatura, con fluidi caldi presenti a profondità minori, ma distribuite in molte aree geografiche –, aprendo una serie di opportunità per molti paesi e territori che non pensavano, fino a pochi decenni fa, di poter utilizzare un’energia così pervasiva e ancora poco utilizzata.

Gli usi termici diretti, ovvero dell’utilizzo della frazione calore della risorsa per usi residenziali e industriali, stanno prendendo piede anche grazie alle soluzioni che prevedono l’adozione di pompe di calore, macchinari in grado di utilizzare la differenza di temperatura per generare – a seconda delle necessità – calore o freddo, non solo a livello di utenze abitative, ma anche per scopi industriali.

Gli usi diretti rappresentano una delle sfide più interessanti per il prossimo futuro, poiché riguardano potenzialmente un bacino molto ampio di potenziali fruitori – a livello europeo si stima che fino al 25% del fabbisogno termico per uso residenziale potrebbe trovare una risposta nel calore geotermico – sia per riscaldare gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo e sia per alimentare processi produttivi che contemplano fasi di lavorazione a temperature elevate. “Tale sfida è tecnologica, poiché sarebbe auspicabile poter ricorrere a tecnologie più efficienti che contribuiscano ad abbassare i costi energetici complessivi, ma è anche un tema di pianificazione energetica a livello individuale e di collettività”, come racconta Loredana Torsello di CoSviG, che continua ”Oggi il calore geotermico deve entrare nel portafoglio di opzioni accessibili a tutti con soluzioni individuali – la pompa di calore alimentata da un parco sonde geotermiche a servizio di un’abitazione o di un condominio– e con soluzioni collettive, come nel caso dei teleriscaldamenti che possono sostenere il fabbisogno energetico di interi quartieri o città grazie al calore estratto dal sottosuolo”.

Anche di questo si è parlato nel corso della tavola rotonda “Geoscambio, Pompe di calore e CER Termiche”. Per CoSviG Loredana Torsello ha contribuito al dibattito sottolineando la necessità di contemplare sempre più le soluzioni basate sull’uso efficiente e sostenibile del calore geotermico anche all’interno dei nuovi strumenti normativi messi a punto a livello europeo e italiano. “Occorre valorizzare tutte le componenti della domanda energetica – elettrica, ma anche e soprattutto termica – per esempio, nell’ambito del modello delle Comunità Energetiche Rinnovabili, visto che potrebbero diventare la chiave di volta per un sistema energetico fortemente orientato alla generazione distribuita e con cittadini prosumer – soggetti che possono essere contemporaneamente consumatori e produttori di energia – sempre più dinamici.”

L’IGF ha fornito a CoSviG anche l’occasione per parlare di frontiere tecnologiche per la produzione di energia elettrica a condizioni estreme di profondità e temperature. Si è svolto, infatti, in quel contesto, anche il primo workshop italiano del progetto europeo COMPASS: un progetto finanziato dal programma Horizon Europe, che mira ad individuare soluzioni tecnologicamente all’avanguardia ed economicamente sostenibili per lo sfruttamento dei fluidi supercritici. Questo particolare tipo di geotermia è orientata a realizzare impianti che operano a profondità, temperature e pressioni sempre più alte rispetto ai cosiddetti standard geotermici, e consentirebbe di aumentare la capacità produttiva di ciascun pozzo geotermico, riuscendo, a parità da energia prodotta, a far diminuire il numero di pozzi perforati con un aumento della efficienza e della sostenibilità ambientale ed economica.

Insomma, grazie ai ricercatori internazionali che collaborano in COMPASS, una frontiera tecnologica sempre più vicina e accessibile, grazie alle soluzioni impiantistiche, costruttive e ai nuovi materiali individuati nel progetto e che sono oggi già in fase di sperimentazione e messa a punto tecnica.