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I teleriscaldamenti geotermici: l’esperienza toscana e le sue prospettive di sviluppo

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Questo il titolo dell’intervento che Loredana Torsello ha tenuto per CoSviG al convegno “Teleriscaldamento: verso la SMART GRID”a Torino, in occasione di Energethica

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Energethica è tornata quest’anno alla sua sede di Torino, dopo la trasferta fiorentina dello scorso anno, in cui CoSviG aveva avuto un ruolo da protagonista.
La presenza di CoSviG a Energethica non è però mancata nemmeno in questa edizione, con la partecipazione, lo scorso 24 maggio, di Loredana Torsello al convegno “Teleriscaldamento: verso la SMART GRID”.
L’intervento era teso a presentare l’esperienza toscana dei teleriscaldamenti alimentati grazie al calore geotermico e alle prospettive di sviluppo che si prevedono a breve, medio e lungo termine in questo settore.

Il teleriscaldamento si è sviluppato in Toscana nell’area geotermica tradizionale sfruttando le risorse endogene e con le stesse caratteristiche si è poi concretizzato anche in altre realtà arrivando adesso a servire quattro Comuni delle aree geotermiche (sia tradizionale che amiatina) per un totale di 4872 utenze e quasi 1,5 milioni di metri cubi di edifici riscaldati.
Il risparmio conseguente che si è ottenuto in questi territori è pari a  circa 12 kTEP  e a circa 16 milioni di metri cubi di metano ogni anno, cui corrisponde una mancata immissione di anidride carbonica in atmosfera pari a circa 38mila tonnellate l’anno.
«L’utilizzo dell’energia del vapore a 220° per il teleriscaldamento si può ritenere parzialmente sprecata -ha spiegato Loredana Torsello- perché essendo una risorsa rara e preziosa andrebbe utilizzata per la produzione di una energia nobile, cioè quella elettrica. Per un teleriscaldamento con terminali di utenza di tipo tradizionale sono infatti sufficienti 80-90°C, mentre con utenze terminali a pavimento o parete è già sufficiente una risorsa a 40-50° C. In questo caso tuttavia la grande disponibilità e la relativamente facile reperibilità della risorsa ad alta entalpia ne giustificano in parte l’utilizzazione a fini di teleriscaldamento».

Torsello ha quindi spiegato il funzionamento dei sistemi di teleriscaldamento toscani.
Nelle centrali termiche che alimentano il teleriscaldamento di Larderello, Serrazzano, Lustignano, Montecerboli, San Dalmazio, nell’area tradizionale, il gruppo di scambio è alimentato direttamente da vapore perché è reperibile in loco. Il vapore surriscaldato (240°C) è introdotto nel gruppo di scambio termico costituito da uno scambiatore vapore/acqua calda (80°C) e da un desurriscaldatore di condensa acqua/acqua. L’acqua calda del circuito di teleriscaldamento entra nel gruppo di scambio a una temperatura di circa  60-65°C ed esce a una temperatura di circa 80°C. A Pomarance vi sono due centrali termiche distinte perché il vapore è reperibile ad una distanza di circa 4 km. Nella prima centrale funzionano gruppi di scambio termico vapore/acqua surriscaldata (120°C) e un desurriscaldatore di condensa acqua/acqua. L’acqua entra nel gruppo di scambio a 70°C ed esce a 120°C. L’acqua surriscaldata viene quindi inviata fino alla seconda centrale, dove entra nel gruppo di scambio termico acqua surriscaldata/acqua (80°C). A questo punto l’acqua calda a 80°C viene inviata alle utenze attraverso pompe.
Anche a Monterotondo Marittimo e a Santa Fiora, che sono gli altri comuni in cui è attivo il teleriscaldamento, il gruppo di scambio è alimentato direttamente da vapore perché reperibile in loco.
L’uso diretto della geotermia come fonte di calore è inoltre sfruttato da dodici aziende in cinque comuni compresi sia nell’area tradizionale che sul monte Amiata.  Il calore viene utilizzato per riscaldare 25 ettari di serre, per  mantenere costante la temperatura nelle celle di stagionatura di caseifici e salumifici o per altri usi industriali, con un risparmio complessivo pari a circa 14,3 kTEP, 19 milioni di metri cubi di metano e la mancata immissione di oltre 44mila tonnellate di C02 in atmosfera.
Affatto trascurabile anche il fattore relativo al risparmio economico, sia per le aziende che per gli utenti finali dei teleriscaldamenti, quantificabile tra il 60 e il 70% rispetto a sistemi alimentati a combustibili fossili.
A partire dal quadro attuale, per il futuro del teleriscaldamento geotermico in Toscana si possono individuare scenari a breve, medio e lungo periodo.
«Nel breve periodo si dovrebbero ultimare le reti di teleriscaldamento, in corso di realizzazione o in fase di gara, a Radicondoli, Chiusdino e Montieri –ha detto  Torsello- mentre si sta valutando la possibilità di realizzare progetti di teleriscaldamento in altri Comuni, tra cui Massa Marittima e Volterra. Per un periodo più lungo le potenzialità e il futuro sviluppo dei teleriscaldamenti geotermici sono legate in maniera strettissima ad alcuni fattori, ovvero i risultati delle indagini relative ai permessi di ricerca richiesti, l’evoluzione della normativa vigente in ambito regionale e nazionale e a come si evolveranno a vario livello i sistemi di incentivazione».
«Per promuovere gli sviluppi futuri dei teleriscaldamenti–ha continuato Loredana Torsello- CoSviG sta lavorando al GEOCOM, il progetto europeo per una comunità geotermica di cui il Comune di Montieri è uno dei protagonisti più importanti.  GEOCOM rientra nell’iniziativa della Commissione Europea “Concerto”, pensata per incoraggiare le comunità locali nello sviluppo di iniziative concrete verso la sostenibilità e un’alta efficienza energetica».
Il progetto ammesso per l’Italia è quello che sosterrà il comune di Montieri nella  realizzazione di un impianto di teleriscaldamento sfruttando il calore geotermico e riqualificando allo stesso tempo il centro storico dal punto di vista dell’efficienza energetica e dell’uso integrato delle fonti rinnovabili, grazie al finanziamento di un milione di euro messi a disposizione dalla Commissione Europea.
«L’iniziativa, di cui CoSviG è uno dei 3 partner italiani insieme al comune di Montieri e a Softech Total Environmental Action, spin off del Politecnico di Torino, –ha spiegato Torsello- ha l’obiettivo finale di realizzare una piattaforma operativa unica a livello europeo, anche grazie al  collaudato knowhow che CoSviG vanta nei territori dell’area geotermica toscana».
Il progetto prevede l’applicazione delle migliori tecnologie ad oggi disponibili nello sfruttamento dell’energia geotermica, associate a misure di taratura e di efficienza nei tre differenti contesti pilota in Slovacchia, Ungheria e Italia.
E’, inoltre, prevista la successiva integrazione di un più largo numero di città europee in Serbia, Romania, Polonia e ancora in Italia, che già dispongono di sistemi geotermici funzionanti ma che necessitano dell’adozione di nuove tecnologie (ad esempio il sito di Oras Sacueni in Romania) o di implementare nuovi sistemi da zero con l’aiuto dei partner del progetto (ad esempio Subotica in Serbia).
«Tra i progetti internazionali che stiamo seguendo sempre in questo ambito c’è poi GEO-DH (Promote Geothermal District Heating Systems in UE) -ha aggiunto- che ha l’intento di promuovere l’uso delle fonti di energia geotermica per sistemi di  teleriscaldamento e di raffreddamento».
«Con questo progetto –ha spiegato- si vuole proporre l’individuazione e la successiva rimozione degli ostacoli normativi, lo  sviluppo di modelli finanziari innovativi e la formazione dei tecnici, oltre alla sensibilizzazione dei decisori pubblici coinvolti».
GEO-DH è un progetto che coinvolge 14 paesi con diversi gradi di maturità tecnica relativamente ai teleriscaldamenti, che, da questo punto di vista, possono essere distinti in nuovi mercati come i Paesi Bassi, il Regno Unito, l’Irlanda, la Bulgaria; mercati in transizione come Slovenia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Danimarca e Romania. Sono invece da considerarsi mercati maturi l’Italia, la Germania, l’Ungheria e la Francia.
«Il Progetto GEO-DH –ha spiegato Torsello- avrà una durata di 30 mesi e cercherà di definire il potenziale geotermico nei 14 paesi coinvolti. Inoltre provvederà all’identificazione degli attori chiave tra Esco (Energy Service Company), compagnie che operano nel settore geotermico e del teleriscaldamento, enti pubblici, istituzioni regionali e locali».
In questi mesi saranno inoltre organizzati workshop per consentire di individuare tutte le barriere non tecnologiche alla diffusione del teleriscaldamento nei diversi paesi e proposte per la loro rimozione. Saranno inoltre individuate specifiche soluzioni di finanziamento o per la ricerca dei fondi necessari alla realizzazione dei progetti, oltre alla presentazioni delle migliori pratiche esistenti. Il progetto si propone anche di organizzare corsi di formazione e training per tecnici, progettisti e addetti alla manutenzione degli impianti di teleriscaldamento e l’attivazione di sistemi idonei per la comunicazione dei dati raccolti e della loro disseminazione.
I risultati saranno, infine, presentati in una conferenza finale in cui verranno illustrate anche le prospettive individuate per le reti di teleriscaldamento.