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I green bond pronti a sbarcare in Italia dopo il boom in Usa

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Focus su ambiente e progetti sociali

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Mara Monti

«Sono almeno quattro gli emittenti italiani del settore energetico e delle municipalizzate potenzialmente interessati ad entrare nel mercato dei green bond, un’asset class ancora di nicchia, ma in crescita veloce, dal momento che il mercato dei bond tradizionali sta mostrando segnali di saturazione». A dirlo è dice Gabriele Vianello responsabile del capital market in Italia per Bnp Paribas la banca che in Francia ha già curato numerosi collocamenti di green bond.
A livello mondiale, da inizio anno sono stati emessi 8 miliardi di euro in questa tipologia di titoli, con emittenti che vanno dalle banche sovranazionali come la Banca europea degli investimenti, la Banca mondiale, ma anche autorità locali dallo Stato di New York con l’Apple green bond, allo Stato Federale del Massachusetts passando dall’Europa con la norvegese Kommunalbanken, alla città di Göteborg in Svezia, all’Ile de France in Francia e tra i corporate Edf ed Air Liquide fino al colosso del credito statunitense Bank of America. Simili agli eurobond tipo plain vanilla, i green bond sono emessi da società (corporate, local authorities) che hanno meriti di credito molto elevati Investment grade) e che sono già emittenti ben conosciuti al più standardizzato mercato obbligazionario. Ma soprattutto sono titoli emessi per finanziare progetti specifici nel campo ambientale e sociale, fornendo informazioni sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati.
Un esempio è l’International Finance Facility for Immunisation, l’associazione internazionale che promuove campagne di vaccinazioni nei paesi poveri, che ha lanciato i "Vaccin bond" raccogliendo fino a 4,5 miliardi di euro. Oppure l’International Finance Corporation (IFC) che con il "Women in Business Bonds" sostiene progetti imprenditorali femminili nei paesi in via di sviluppo, supportando 2.200 piccole imprese e 3mila progetti.
Secondo la società francese di analisi Novethic, questi strumenti sono sempre più utilizzati dalle local authorities. La prima è stata la Nord-Pas-de-Calais in Francia che nel 2008 ha collocato 50 milioni di green bond per lo sviluppo della rete ferroviaria e la riqualificazioni di alcune aree della regione. Sempre in Francia, l’Ile-de-France nel 2012 ha emesso un titolo simile per raccogliere risorse sia per finanziare progetti legati all’ambiente sia a sostegno di progetti sociali.
Negli Usa, la città di New York con l’Apple green bond da 330 milioni di dollari ha finanziato la riqualificazione di 700 scuole, mentre lo stato del Massachusetts ha collocato 100 milioni in green bond per la riqualificazione dell’ambiente dal miglioramento della qualità dell’acqua, all’efficienza energetica alle bonifiche da rifiuti e da inquinamento in generale. Obiettivo degli amministratori è di attirare investitori privati e con le risorse raccolte abbassare le tasse dei cittadini.
Tra i corporate, da segnalare l’emissione della francese Edf da 1,4 miliardi di euro e cedola del 2,25%, proprietaria tra l’altro di una rete di centrali nucleari, con cui vuole finanziare un progetto sulle energie rinnovabili, tra eolico e solare, della controllata Edf Énergies Nouvelles. L’ultima frontiera è quella delle banche con Bank of America che lo scorso novembre ha emesso il suo primo green bond da 500 milioni di dollari. Gli investitori istituzionali interessati ad investire in questa titologia di strumenti sta crescendo, sostenuta anche dalle policy interne: come nel caso della Zurich Insurance group che per ottemperare alle politiche di investimenti in campo sociale, lo scorso novembre ha annunciato di volere dare mandato alle banche per collocare sul mercato un miliardo di dollari in green bond.