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I geologi chiedono al Governo di includere la geotermia nel bonus del 65%

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Secondo il Consiglio nazionale di categoria il mancato accesso all’Ecobonus rischia di avere conseguenze pesanti sul comparto

Fonte: Energia 24 Club.it

Autore: Energia 24 Club.it

L’esclusione delle pompe di calore geotermiche dal bonus per le riqualificazioni energetiche (recentemente innalzato dal Governo al 65%) non va giù al Consiglio nazionale dei geologi (Cng), che ha diramato nei giorni scorsi una dura nota ufficiale. «Ora i casi sono due: si tratta di una clamorosa svista che verrà rapidamente corretta nella stesura definitiva – ha commentato Paride Antolini , coordinatore della Commissione geotermia del Consiglio nazionale dei geologi – o si vuole volutamente discriminare una tecnologia (in buona parte italiana) ad alta efficienza energetica e a rilevante impatto ambientale positivo, come riconosciuto già nel 1993 dall’Ente di Protezione Americana. E allora ci devono dire: chi vuole questo!».
L’esclusione sarebbe motivata dalla necessità di restringere il campo d’accesso al bonus, così da garantire la copertura finanziaria della proroga di sei mesi, il cui costo complessivo è stimato in 1,9 miliardi da spalmare in 10 anni. Il provvedimento, però, rischia di avere conseguenze pesanti per la geotermia, che già non era stata favorita dai livelli di incentivazione del Conto termico, che ora dovrebbe rimanere l’unico strumento di sostegno pubblico. La richiesta del Cng è perciò di stralciare dal Decreto sugli Ecobonus la parte del testo che recita “con esclusione degli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza e impianti geotermici a bassa entalpia”.