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I benefici economici dello sviluppo della geotermia a media e bassa entalpia

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Nell’intervento che ha presentato Alessandro Sbrana dell’Università di Pisa, al convegno “Geotermia: bassa e media entalpia”organizzato da CoSviG nell’ambito di Energethica, sono emersi dati interessanti riguardo agli aspetti economici legati alla diffusione dell’utilizzo della geotermia a media entalpia

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

L’elenco dei benefici economici legati allo sviluppo dello sfruttamento della geotermia a media entalpia che ha presentato Alessandro Sbrana dell’Università di Pisa intervenuto al convegno organizzato da CoSviG nell’ambito di Energethica, è molto lungo e parte dalle perforazioni che rappresentano uno dei principali investimenti per la realizzazione degli impianti e mobilitano un indotto assai consistente.

E’ in atto, ha ricordato Sbrana a questo proposito, un importante sviluppo tecnologico per la riduzione dei costi e per la sicurezza su cui l’industria italiana è molto attiva.

C’è poi tutto il settore legato all’impiantistica e alla logistica che può mobilitare occupazione locale specializzata e qualificata così come nella realizzazione delle centrali.  Con la possibilità di attivare filiere dedicate che potrebbero esportare know how oltre che tecnologia anche in altri paesi, come è già accaduto per la geotermia classica.

Ci sono poi benefici economici per gli enti locali sia diretti che indiretti.

Sono immediati quelli derivanti dalla riscossione dei canoni dei permessi di ricerca che sono calcolati in 325 Euro per ogni chilometro quadrato. La Regione Toscana, ad esempio, ha all’attivo oltre 1 milione di Euro per la riscossione dei canoni di ricerca.

Se poi la ricerca dà risultati positivi e si può procedere allo sfruttamento della georisorsa per gli enti locali sono previsti i canoni di concessione, che ammontano a 650 euro per ogni chilometro quadrato di territorio dato in concessione.

Ci sono,inoltre, i contributi che vengono riconosciuti agli enti locali per la produzione di energia elettrica che sono di 13 centesimi di Euro per i Comuni e 195 centesimi di Euro per la Regione.

Ed è previsto un contributo di compensazione ambientale pari al 4% del costo dell’impianto.

Per gli enti locali vi sono anche benefici indiretti quali, ad esempio, la possibilità di utilizzare il calore residuo prima della reiniezione che consente di attivare progetti di teleriscaldamento ad uso civile.

Il calore residuo può inoltre essere utilizzato per attività artigianali o industriali quali il riscaldamento delle serre.

Attività che possono generare benefici consistenti per la popolazione e l’occupazione, tenendo conto anche del fatto che vi è una formidabile possibilità di sinergia tra la geotermia e le altre fonti di energia rinnovabile.

Un fattore, questo, che può rappresentare un importante volano per lo sviluppo tecnologico in diversi settori coinvolti nella ricerca e nella produzione energetica.

Secondo Sbrana quello che abbiamo di fronte è un quadro estremamente dinamico non solo in Italia ma nel resto d’Europa.

In particolare l’ingresso di imprese e gruppi industriali di notevole peso finanziario e tecnologico nel settore geotermico sarà un importante stimolo alla competizione che porterà una curva di crescita della geotermia in linea con le altre energie rinnovabili.

La prospettiva di utilizzazione della media e bassa entalpia è inoltre una opportunità che potrà essere maggiormente diffusa geograficamente nel paese, rispetto all’alta entalpia confinata solo in alcune aree con specifiche caratteristiche geologiche.