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GSE, dalla geotermia arriva il 5% dell’elettricità da fonti rinnovabili prodotta in Italia

Ma le potenzialità di questa risorsa, attualmente coltivata solo in Toscana, sono molto più ampie: l’equivalente di almeno 500 milioni di tonnellate di petrolio, pari a circa 3 volte tutta l’energia primaria consumata in Italia nell’intero 2018

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Ma le potenzialità di questa risorsa, attualmente coltivata solo in Toscana, sono molto più ampie: l’equivalente di almeno 500 milioni di tonnellate di petrolio, pari a circa 3 volte tutta l’energia primaria consumata in Italia nell’intero 2018


Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) fa il punto sulla diffusione delle fonti rinnovabili di energia a livello nazionale (e non) attraverso il documento Fonti rinnovabili in Italia e in Europa, appena pubblicato, dal quale la geotermia emerge come un’importante risorsa per la produzione di elettricità da fonte rinnovabile a livello nazionale, nonostante le centrali geotermoelettriche siano attualmente presenti soltanto in Toscana.

Il documento, sviluppato dal GSE a partire dai più recenti dati pubblicati da Eurostat, informa che «in Italia tra il 2005 e il 2018 i consumi di energia da FER in Italia sono raddoppiati, passando da 10,7 Mtep a 21,6 Mtep», e che «tra i cinque principali Paesi UE per consumi energetici complessivi, l’Italia registra nel 2018 il valore più alto in termini di quota coperta da Fer (17,8%).

A livello settoriale, nel 2018 in Italia le FER hanno coperto il 33,9% della produzione elettrica, il 19,2% dei consumi termici e, applicando criteri di calcolo definiti dalla Direttiva 2009/28/CE, il 7,7% dei consumi nel settore dei trasporti».

In questo contesto, nel settore elettrico «la fonte che nel 2018 ha fornito il contributo principale alla produzione di energia da FER è quella idraulica (42% della produzione complessiva, considerando il dato normalizzato); seguono solare fotovoltaica (20%), bioenergie (17%), eolica (16%, considerando il dato normalizzato) e geotermia (5%)».

Un dato di ampio rilievo, considerando che le uniche centrali geotermoelettriche presenti ad oggi sul territorio nazionale sono quelle installate in Toscana, dove, non a caso, la produzione di elettricità da geotermia arriva a soddisfare circa il 30% della domanda regionale: in altre parole la geotermia toscana produce tanta elettricità da soddisfare i bisogni di circa 1.120.000 persone – senza contare il contributo in termini di calore – contribuendo al contempo in modo determinante a rendere il centro Italia la regione con la più bassa impronta di carbonio del Paese.

Ma, nonostante gli importanti risultati finora conseguiti, le potenzialità legate all’impiego sostenibile di questa risorsa sono largamente inesplorate a livello nazionale.

Secondo le ultime stime elaborate dall’Unione Geotermica Italiana (UGI), infatti, le «risorse geotermiche su terraferma potenzialmente estraibili in Italia entro 5 km di profondità possono essere stimate da un minimo di 2×10^19 J (~500 MTep), a 4×10^20 J (~104^4 MTep)»: nella più magra delle ipotesi si tratta dunque di 500 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), in altri termini circa 3 volte tutta l’energia primaria consumata in Italia nell’intero 2018 (pari a 172,3 Mtep).