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Grazie alla geotermia l’Università di Pisa diventa più sostenibile

Inaugurato in pieno centro il nuovo Polo della Memoria San Rossore 1938: 3mila metri quadri per 1.278 posti a sedere, 11 aule e 4 laboratori, climatizzati grazie a 3 pozzi e 38 sonde geotermiche

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Inaugurato in pieno centro il nuovo Polo della Memoria San Rossore 1938: 3mila metri quadri per 1.278 posti a sedere, 11 aule e 4 laboratori, climatizzati grazie a 3 pozzi e 38 sonde geotermiche


Ottantanove tonnellate di CO2: sono le emissioni climalteranti che, grazie al calore della geotermia naturalmente presente nel sottosuolo, il nuovo polo didattico dell’Università di Pisa potrà evitare ogni anno: si tratta del Polo della Memoria San Rossore 1938, inaugurato pochi giorni fa in pieno centro – si trova a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla Torre Pendente – dal rettore Paolo Mancarella insieme alla presenza dell’assessore comunale Paolo Pesciatini, del prorettore per l’Edilizia e il patrimonio, Walter Salvatore, e dei progettisti che hanno ideato e realizzato l’edificio, tra cui l’architetto Alessandro Melis dello studio Heliopolis H21 (in collegamento da Londra) e l’ingegner Fabio Bianchi dell’Ateneo.

Come spiegano dall’Università di Pisa, l’edificio si sviluppa su circa 3.000 metri quadri di superficie, dove ospita 1.278 posti a sedere, 11 aule e 4 laboratori.

Situato all’angolo tra via Risorgimento e via Nicola Pisano, è nato su un’area che, a seguito di una riconversione di ex stabilimenti farmaceutici, è stata oggetto di una profonda bonifica ambientale: «È un Polo didattico che guarda al futuro, sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale che dell’accessibilità – ha detto il rettore nel suo saluto – Un luogo luminoso, privo di qualsiasi barriera architettonica, dotato di infrastrutture moderne, sicuro e inclusivo. Sono convinto che darà un nuovo impulso alle nostre attività di ricerca e di didattica. Un’università come la nostra, per rimanere un’eccellenza ha bisogno di strutture di questo genere. Ne approfitto per ringraziare i nostri concittadini per la pazienza con cui hanno sopportato i disagi inevitabili dovuti a lavori che sono durati a lungo. Ma per la sua realizzazione è stato necessario bonificare tutta l’area e questo non potrà che avere un riflesso positivo sulla qualità della vita di questa parte di città».

L’edificio presenta caratteristiche che lo rendono all’avanguardia sul piano della sostenibilità ambientale: come già accennato, è dotato di un sistema geotermico misto con 3 pozzi geotermici e 38 sonde geotermiche che alimentano due distinte pompe di calore (grazie a questo sistema sarà possibile ridurre o eliminare del tutto l’attuale alimentazione a metano per l’edificio esistente su via Trieste, con ulteriori vantaggi ambientali); l’irrigazione e i servizi igienici sono alimentati tramite recupero delle acque piovane; l’intensità dell’illuminazione è regolata in funzione della luce naturale.

Sul piano delle caratteristiche strutturali l’edificio è dotato di un sistema integrato per l’accessibilità di non vedenti e ipovedenti, con sensori programmabili per garantire un’accessibilità uditiva.

Il nome “Polo della Memoria San Rossore 1938”, fortemente voluto dal rettore, è stato scelto per richiamare alla memoria collettiva la “Cerimonia del ricordo e delle scuse” celebrata nel 2018 in occasione dell’80° dalla firma delle Leggi Razziali: «Con la scelta di questo nome vogliamo rinnovare in modo solenne un impegno – ha spiegato Mancarella – quello di difendere e promuovere i valori della democrazia, della libertà, dell’eguaglianza, della fratellanza e del diritto alla dignità di ciascun essere umano».