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Gli Usi Diretti dell’energia geotermica: a che punto siamo?

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L’abstract dell’intervento di John W.Lund e Tonya L.Boyd dell’Oregon Institute of Technology di Klamath Falls fa il punto sulle più recenti statistiche relative agli usi diretti della geotermia.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Tra il 19 e il 25 Aprile 2015 si svolgerà a Melbourne (Australia) il World Geothermal Congress 2015, ma, anche se mancano ancora due mesi, è già possibile trovare in rete i testi di alcuni interventi che verranno presentati durante i lavori congressuali. In particolare l’analisi golobale degli usi diretti della geotermia realizzata da John Lund e Tonya Boyd dell’Oregon Institute of Technology di Klamath Falls. Lund è una vera e propria autorità, un punto di riferimento per quanto riguarda le analisi sugli usi diretti della geotermia.In questo lavoro in particolare, lo studioso statunitense affronta l’analisi dell’ultimo ventennio (1995-2015) al fine di individuare un trend attendibile.  Secondo le sue stime, i Mwt installati sono destinati a raggiungere, entro la fine del 2015, un valore di circa 70.000, con un aumento rispetto al quinquennio precedente di circa il 50% e un trend in continua crescita negli ultimi vent’anni. In particolare Lund fa notare come “La crescente consapevolezza e popolarità delle pompe di calore geotermiche è stato il fattore di maggior impatto per quanto riguarda gli usi diretti della geotermia” ed aggiunge “Non a caso la capacità installata relativa alle pompe di calore è cresciuta in questi 5 anni con un rate annuale dell’8,65%.” Secondo lo studio, che verrà presentato a Melbourne, il 65,8% della capacità installata (in termini di usi diretti della geotermia, ricordiamo, e senza considerare le pompe di calore) è concentrato in 5 Paesi: Cina, USA, Svezia, Turchia e Germania. Purtuttavia, mettendo in relazione il dato grezzo dei Mwt installati con altri indicatori (popolazione, area, uso annuale di energia) le “grandi” spariscono completamente dalla classifica a favore dei paesi del Grande Nord (Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia) e delle Piccole Nazioni (Paesi Bassi, Svizzera, Ungheria, Austria) rivelando, nella nostra personale interpretazione, come in queste ultime si stia procedendo ad investire maggiormente in questo campo. “Basti pensare che nel 1985 solo 11 Paesi riportavano una capacità installata superiore a 100 Mwt” scrive Lund “mentre alla fine del 2014 questo numero era salito a 36.” Per quanto riguarda l’Italia, le statistiche descrivono una situazione in cui a farla da padrone per quanto riguarda gli usi diretti della geotermia è ancora il riscaldamento di ambienti (41%), seguito dagli usi termali (32%), acquacoltura (19%), anche se il tasso maggiore di crescita (pur con percentuali ancora piccole) rimane sempre appannaggio delle pompe di calore, il cui mercato, tuttavia, aggiungiamo noi, sembra non voler proprio decollare in maniera risoluta. Forse, finalmente, dovremmo chiederci se possiamo fare qualcosa per cambiare questa situazione.