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Geotermico in alta quota

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A Gressoney-La Trinitè, nel cuore delle alpi Valdostane, a 1600 metri di altezza, è stato realizzato un impianto geotermico che permette a 5 alloggi da 50 metri quadrati di riscaldarsi e di avere acqua calda.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Gli alloggi che sfrutteranno il calore della terra sono stati ricavati dalla ristrutturazione di un vecchio forno per il pane, al centro del paese, da cui si è ricavato un complesso di cinque appartamenti.

Grazie al sistema adottato, ogni alloggio per avere riscaldamento e acqua calda spende circa 5 euro al giorno.

«Anche se si tratta di un geotermico d’alta quota – dicono dall’azienda Campani Proietti di Reggio Emilia, che ha realizzato l’impianto – permette di risparmiare fino al 75% rispetto a un impianto che sfrutta combustibili tradizionali. Questo anche perché nelle perforazioni abbiamo incontrato molta roccia, che può rilasciare più calore rispetto ad altre tipologie di terreno».

Per realizzare l’impianto sono state realizzate otto perforazioni, ad una profondità di cento metri,nella roccia sottostante la struttura.

La centrale è stata studiata per ridurre al minimo le dispersioni di calore. Una linea a bassa temperatura (40 gradi) serve per il riscaldamento dei locali, posto sotto il pavimento mentre l’altra, quella ad alta temperatura (55 gradi), viene utilizzata per l’acqua calda sanitaria.

Trattandosi di una ristrutturazione, non è stato possibile applicare il cappotto di coibentazione esterno per mantenere intatto l’impatto paesaggistico. La soluzione per garantire l’efficienza energetica è stata allora quella di aumentare da 6 a 8 il numero delle perforazioni ed è stata aumentata da 25 a 40 kW la potenza della pompa di calore.

In questo impianto sono state inoltre installate “sonde doppie” (quattro tubi per ogni perforazione, anziché i due in genere utilizzati) per aumentare la resa di circa un 25%; le sonde, una volta in superficie, tornano poi ad essere a due tubi ma con un diametro più grande.

Durante le perforazioni sono stati attraversati vari strati di terreno, roccia, quarzo, limo, e le vene di acqua proveniente dai vicini ghiacciai del Monte Rosa: alla fine dei lavori sono state posate circa 4000 metri di sonde geotermiche, che sono poi state fatte convergere nella sottocentrale geotermica che si trova in un locale interrato, riscaldato in inverno, per far si che il calore portato in superficie non venga disperso. Ogni sonda è intercettabile e monitorata tramite un sistema elettronico per fare in modo che tutto funzioni in maniera efficiente.

Dopo un tragitto interrato, la tubazione raggiunge infine il “cuore” dell’impianto, ovvero la centrale geotermica che è stata ricavata in un locale interrato a circa 4 metri dal suolo, nel rispetto dell’impatto ambientale.

Questa localizzazione sotterranea consente inoltre di ridurre la dispersione di calore al minimo.

Nell’impianto realizzato nel cuore delle alpi della Val d’Aosta, si legge in una nota dei progettisti, “si uniscono sistemi tradizionali con sistemi tecnologicamente avanzati“; un’esperienza che “ha insegnato che la tecnologia non può fare a meno della tradizione, ma se applicate insieme si possono raggiungere risultati inaspettati, come in questo impianto di Gressoney La Trinite“.

Nella centrale geotermica sono installati dei “contabilizzatori autonomi di calorie”comandati direttamente dai termostati posti all’interno delle abitazioni, che permettono di regolare il livello del riscaldamento direttamente dai proprietari, mentre il corretto funzionamento di ogni alloggio è visibile sulla strumentazione installata in centrale.

Tutto il sistema permette, inoltre, di avere acqua calda sanitaria in base alle esigenze, tenendo anche conto del fatto che trattandosi di un residence frequentato principalmente nei periodi invernali e soprattutto nei fine settimana la richiesta di acqua calda è probabile che avvenga in maniera consistente in periodi di tempo limitati.

Per risolvere questo problema sono stati installati due boiler sanitari da 1000 litri ciascuno dotati di doppio scambiatore termico che entrano in funzione in base alla necessità. All’uscita dei boiler sanitari è, inoltre, installato un miscelatore termostatico regolato a 45° per evitare sprechi di acqua calda.

Infine, ogni alloggio è fornito di “pompa di ricircolo”che viene azionata manualmente dall’utente in caso di necessità e che consente di avere l’acqua calda immediata nonostante la centrale si trovi a circa 50/ 60 metri dagli alloggi.

E per non lasciare niente al caso, dato che nei periodi di minor utilizzo potrebbero formarsi batteri nei circuiti, si è provveduto a installare resistenze elettriche temporizzate nei boiler per elevare la temperatura dell’acqua a 75° almeno una volta la settimana.