Home Cosvig Geotermico a zero emissioni: invenzione tutta italiana

Geotermico a zero emissioni: invenzione tutta italiana

313
0
CONDIVIDI
L’Italia ha inventato l’energia geotermica nel 1827. Ora un nuovo passo in avanti: le prime centrali geotermiche a zero emissioni inquinanti.

Fonte: MakeItaly.net

Autore: Lorenzo Rubino

Il geotermico è un’invenzione tutta italiana. Nel 1827, a Larderello, un gruppo di ingegneri e scienziati ha sfruttato il vapore contenuto in un geyser per fini industriali (estrazione di acido borico). Oggi, nel 2015, quasi duecento anni dopo, l’ingegner Diego Righini nonché manager di ITW LKW sta realizzando, con un team di tecnici, due impianti pilota di produzione di energia da geotermia a zero emissioni a Viterbo e Terni. In sostanza non vi sarà nessuna dispersione di gas inquinanti poiché la centrale lavora grazie a un circuito completamente chiuso.

Una delle problematiche che si incontrano quando si parla di geotermia è infatti il rilascio in atmosfera di quantità non trascurabili di gas – come l’idrogeno solforato che presenta odore sgradevole – e di anidride carbonica. Un inconveniente inevitabile che è dovuto soprattutto al raffreddamento del flusso di acqua calda estratto dal sottosuolo e convogliato verso le turbine dei generatori elettrici. Tuttavia l’azienda di Righini sostiene di poterlo superare con studi mirati e un team di trenta persone tra ingegneri, geologi e tecnici.

È lo stesso Righini che spiega “la novità è che produrremo energia elettrica senza emissioni nell’ambiente e con possibilità di cedere il calore collegandoci a un impianto per il teleriscaldamento. L’impianto utilizza il calore del fluido geotermico per vaporizzare, attraverso uno scambiatore di calore, un secondo liquido. Espandendosi questo liquido aziona una turbina per la produzione di energia elettrica. Successivamente, il vapore viene riportato allo stato liquido e nuovamente impiegato nel processoUna volta ceduto il calore necessario alla produzione elettrica, e prima di essere inserito nel sottosuolo senza alcun pericolo sismico, il fluido geotermico – sottolinea Righini – può essere impiegato anche per fini civili e industriali: sfruttando la sua pressione residua può inoltre essere prodotta altra energia elettrica. Si tratta di due impianti da 40 milioni di euro l’uno. Solo la progettazione è costata cinque milioni. Un investimento che verrà ripagato vendendo l’energia pulita prodotta al Gestore dei Servizi Elettrici”.

Praticamente la base teorica dell’impianto è un circuito chiuso a 150 °C. Il primo impianto (a Terni) ITW LKW dovrebbe essere pronto a settembre, mentre a Viterbo i lavori dovrebbero protrarsi fino all’inizio dell’estate 2016.