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Geotermia, una soluzione per il teleriscaldamento nei grandi distretti

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La geotermia è una risorsa rinnovabili ancora poco sfruttata nel nostro Paese, soprattutto rispetto le potenzialità date dal teleriscaldamento, ne è convinta Geothermal R&D consorzio di imprese specializzate nella individuazione e valorizzazione della risorsa geotermica. Canale Energia ha intervistato il referente l’Ing. Luca Menini.

Fonte: Canale Energia.com

Autore: Agnese Cecchini

Come nasce l’esigenza di strutturare in una realtà aziendale diverse compagnie specializzate in geotermia?
L’idea nasce tra operatori consolidati nel settore che coprono tutto lo spettro necessario per operare con successo in questo ambito. Le quattro realtà che compongono Geothermal sono eterogenee e funzionali tra loro abbiamo: Idrogeo impegnata sotto il profilo geologico, Geostudi Astier specializzata in geofisica, Chema per la chimica industriale e del serbatoio e Sintecnica, che è l’azienda in cui lavoro io, che si occupa di ingegneria.  Con i geofisici ed i geologi possiamo individuare la risorsa, mentre con le competenze chimiche la caratterizziamo e il comparto ingegneristico ne valorizzara la capacità. Come Geothermal siamo in grado di portare fino in fondo iniziative di grandi impianti dal teleriscaldamento alla geotermia per produzione energetica. Possiamo dire che la nostra mission è valorizzare il potenziale termico della geotermia, valore troppo spesso poco conosciuto e considerato. Riteniamo che valutare la geotermia solo come produzione elettrica limita enormemente il campo di azione, difatti c’è bisogno di una temperatura molto alta –quindi alta entalpia- per ottenere una efficace  generazione.
Mentre nella maggior parte dei casi la geotermia di bassa e bassissima entalpia può essere valorizzata per la produzione di calore, quindi un bene primario. Le centrali così concepite arrivano a riscaldare intere porzioni di città e di zone industriali e possono essere impiegate anche per fare raffrescamento. E’ importante evitare fraintendimenti, noi non ci occupiamo di sonde geotermiche per riscaldamento domestico, ma di una attività industriale o distrettuale.

Attualmente avete progetti in corso in Italia o all’estero?
Siamo impegnati su diversi fronti sia in Italia che all’estero. Ad esempio in Russia abbiamo un agente che ci ha consentito di entrare in contatto con le realtà che operano nel bacino geotermico locale e, fatta salva la lentezza ed i rallentamenti operativi dati dall’empasse burocratiche tipiche di questi paesi, siamo impegnati in progetti decisamente interessanti.
La stessa Italia è un terreno interessante per questo tipo di risorsa. Noi attualmente abbiamo in corso delle iniziative di teleriscaldamento e anche una centrale di produzione di energia elettrica da fonte geotermica.

Come tecnologia quale è l’impatto sul territorio?
Oggi siamo in grado di realizzare impianti a completa reiniezione che in parole povere significa controllare l’intero ciclo geotermico in quanto una volta catturato il calore del fluido estratto dal sottosuolo, lo reiniettiamo senza emissione di odori o sostanze nell’aria.

E’ possibile realizzare un impianto su un distretto preesistente?
Assolutamente, basta sostituire la caldaia dove confluiscono i tubi che conducono il calore. Come struttura parliamo sempre di grandi impianti o distretti per cui è conveniente eseguire un simile impianto. Consideri che mentre da noi c’è ancora poco la cultura del teleriscaldamento geotermico, nei paesi del nord Europa si usa molto abbinare alle pompe di calore altri impianti ed usarle diffusamente come sistema di riscaldamento. Con la geotermia si può fare molto, basta vedere come la stanno usando in Europa per rendersene conto.