AMIATA L’Amiata che verrà, secondo il progetto Pd. I candidati al Parlamento del Partito Democratico, Luca Sani, Marco Simiani e Giovanna Longo, sabato pomeriggio ad Arcidosso, hanno risposto alle domande da parte dei giornalisti e a quelle del pubblico, delineando alcune caratteristiche dell’Amiata futura. Un’Amiata che pur nella morsa della crisi («la crisi è una situazione diffusa e non solo dell’Amiata», ha puntualizzato Sani), si merita una garanzia dei servizi, una viabilità dignitosa e uno sviluppo come merita. «Certo – ha detto Sani – maggiore attenzione si deve a quei territori che sono a domanda debole e ci impegniamo a vigilare perchè ciò avvenga, e i servizi delle periferie siano al pari di quelli delle città». L’impegno a vigilare un territorio ultimamente particolarmente provato dalla crisi è arrivato in ambito geotermia. La posizione del Pd, a sostegno di questo tipo di sfruttamento, è ormai dichiarata da tempo, ma per dare una risposta soprattutto ai comitati che incalzano sulla pericolosità per la salute di questa modalità di sfruttamento, il Pd invoca un ulteriore sforzo legislativo. Lo hanno spiegato sia Marco Simiani che Giovanna Longo: «Bisogna proteggere le popolazione e territorio, ma non è opportuno fermare lo sviluppo geotermico, hanno sottolineato». In particolare Simiani ha sostenuto come dopo «il no al nucleare e il sì alle energie alternative, la geotermia rappresenti un’opportunità. Di risparmio, di occupazione. Bisogna avere coraggio, ha concluso, ed andare avanti con tutte le precauzioni e gli accorgimenti del caso». E ancora sulla stessa questione, Giovanna Longo ha ribadito che «il Pd ritiene di dover sfruttare la risorsa e al contempo vigilare sulla salute. Per questo, chiederemo immediatamente un adeguamento della legge perché tutte le sostanze emesse dalle centrali siano normate e quindi vi sia un continuo monitoraggio della situazione emissioni. Inoltre, è indispensabile un dialogo coi comitati antigeotermici e con la popolazione». Sì dei candidati anche all’idea di un’Amiata riunita nei due versanti: «Va senz’altro ripensata l’organizzazione del territorio – ha spiegato la Longo – Specialmente con la soppressione delle province, se avverrà, la montagna dovrà ragionare sulla questione dell’unione. Un‘Amiata, comunque, in forte collegamento col mondo esterno e non isolata». Le altre tre questioni affrontate dai candidati sono stati cultura e scuola, turismo e viabilità. In particolare Simiani, ragionando sulla necessità della strada del Cipressino, ha osservato che «senza lo sblocco del patto di stabilità questa arteria viaria resterà ferma, ma ha anche dichiarato che il Pd si attiverà per sbloccare la questione. Ci impegniamo a investire anche sullo sviluppo turistico del territorio. Il Cipressino rappresenta infatti oltre che ossigeno per le aziende, anche un mezzo fondamentale di raccordo fra montagna e turismo». Nel turismo tutti i candidati hanno visto anche opportunità di lavoro e non solo per chi opera nell’accoglienza, ma anche per piccole imprese che possano promuovere il territorio, ricco di quei beni artistici che se ben interpretati potranno essere veramente il volano di sviluppo della montagna.