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Geotermia, una buona spinta dai nuovi incentivi

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Le prospettive al 2020 per questa fonte energetica dalle grandissime potenzialità sono interessanti. Anche se il dopo 2015 è un’incognita

Fonte: Tekneco.it

Autore: Gianluigi Torchiani

La geotermia rappresenta una risorsa rinnovabile dalle grandissime potenzialità: l’interno della Terra, infatti, raggiunge temperature estremamente elevate e possiede un’enorme quantità di calore. Nelle zone in cui gli strati caldi sono particolarmente vicini alla superficie (la cosiddetta anomalia geotermica) è possibile sfruttare questo calore per la produzione di energia elettrica. L’Italia ha una lunga tradizione nell’utilizzo di questa tecnologia, tanto che è stata la prima nazione al mondo a sfruttare la geotermia per produrre energia elettrica, nel 1904 a Larderello (PI).

Da un punto di vista tecnico un impianto geotermoelettrico trasforma in elettricità l’energia termica presente nel fluido geotermico (vapore d’acqua o una miscela di acqua e vapore) che si forma grazie al contatto dell’acqua con strati di roccia calda. Il fluido ad alta pressione e alta temperatura, condotto alla centrale attraverso pozzi di estrazione e tubazioni di trasporto, viene utilizzato in una turbina collegata a un generatore elettrico che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica. I bacini sfruttati per la generazione elettrica hanno temperature superiori a 150°C e profondità da poche decine a qualche migliaio di metri.

Questa tipologia di impianti è diffusa in Italia di fatto solo in Toscana, ma le cose nei prossimi anni dovrebbero cambiare notevolmente: il Pan stima aumenti della capacità di circa 170 MW, nel periodo compreso tra il 2010 al 2020, e della produzione annua di circa 1.100 GWh. Un obiettivo non irraggiungibile, considerato che nell’ultimo biennio sono state presentate in Italia circa 120 richieste per nuovi permessi di ricerca di risorse geotermiche da utilizzare per la produzione di energia elettrica.

Il merito di questa corsa è dei nuovi incentivi, stabiliti dal DM 6 luglio 2012 sulle rinnovabili non fotovoltaiche, in vigore dal 1°gennaio 2013.  Il sistema di sostegno in vigore è valutato positivamente dall’Ugi (unione geotermica italiana) che però chiede da tempo una definizione chiara della politica e delle modalità di incentivazione dell’energia geotermica nel lungo  periodo per il superamento dell’incertezza del panorama di riferimento dopo il 2015.

Inoltre, secondo l’associazione di categoria, l’attuale quadro di riferimento autorizzativo e VIA, delegato alle Regioni, è in molti casi incerto per  tempi e soprattutto genera insicurezza sulla effettiva possibilità di costruzione dei futuri impianti, anche in considerazione della somma dei tempi autorizzativi (spesso maggiori di 18 – 24 mesi). Più in generale la richiesta dell’Ugi è il superamento dei vincoli della programmazione territoriale talvolta ostile alla geotermia, favorendo la diffusione della corretta informazione sulle effettive caratteristiche di questa fonte energetica.