Un’importante novità per la città di Ferrara, dove è presente un acquifero alla profondità di 1100 metri con una fonte a circa 100 °C
La geotermia rappresenta la prima fonte di approvvigionamento per la rete di teleriscaldamento attiva a Ferrara (al secondo posto figura il termovalorizzatore cittadino, al terzo una centrale a gas metano), gestita dalla multiutility Hera che oggi prende in carico – all’interno di raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) composto insieme a Enel Green Power – anche la centrale geotermica di Casaglia, dalla quale dipende proprio la distribuzione di calore da fonte geotermica.
Il campo geotermico di Casaglia, ubicato nel territorio comunale di Ferrara a circa 3-4 km dal centro cittadino, fu scoperto negli anni ’50 del secolo scorso a seguito di esplorazioni petrolifere dell’Agip: non si trovarono idrocarburi, ma un acquifero alla profondità di 1100 metri con una fonte a circa 100 °C, e nel 1990 avvenne la prima distribuzione di calore da fonti geotermiche con ampi vantaggi ambientali.
«È ormai nozione comune – ricordano da Hera – che il principale contributo all’inquinamento dell’aria, nei mesi invernali, provenga dagli impianti di riscaldamento, ed ARPAE stima che il 52% delle emissioni di polveri sottili in atmosfera derivi proprio da questa attività. Il teleriscaldamento in generale – e quello alimentato dalla sorgente geotermica in particolare – rappresenta una valida soluzione a questo problema. Già oggi, a Ferrara,un’ampia porzione dell’abitato urbano è riscaldata da energia termica prodotta al 84% da fonti rinnovabili e assimilate a basse(o addirittura nulle, nel caso della geotermia) emissioni in atmosfera. Queste peculiarità, praticamente uniche in tutto il territorio nazionale, fanno sì che le 25 mila unità abitative equivalenti servite dagli oltre 160 chilometri di rete del teleriscaldamento ferrarese abbiano un impatto ambientale molto limitato. Un risparmio che si può stimare – rispetto a forme di riscaldamento tradizionale – in quasi 54mila tonnellate di CO2 all’anno e in oltre 38 tonnellate di polveri evitate».
Adesso, il cambio gestione della centrale di Casaglia rappresenta un un’importante novità per la città di Ferrara.
Qui Hera è infatti anche gestore del servizio di teleriscaldamento – sul quale sta già investendo 6 milioni di euro – che vede nella geotermia una risorsa intimamente connessa: come già accennato infatti la rete di acqua calda ferrarese si approvvigiona per circa il 43% del calore necessario proprio dall’energia termica che fluisce dal sottosuolo: «Un’energia rinnovabile e completamente pulita – sottolineano da Hera – che contribuisce a fare del teleriscaldamento ferrarese uno degli impianti geotermici più importanti a livello europeo».
In questo scenario, il controllo da parte di Hera della fase estrattiva dell’energia geotermica – il cosiddetto upstream energetico – consentirà alla multiutility di dare nuovo impulso al servizio del teleriscaldamento in città, sia a vantaggio del mercato residenziale sia di quello produttivo.
Già in sede di gara, infatti, è stato presentato un piano per il miglioramento della produzione dei pozzi esistenti che avverrà in parte grazie a più efficienti condizioni operative e in parte grazie all’utilizzo di una parte di calore che, sino ad oggi, non veniva sfruttato: si tratta, in questo caso, di una parte di risorsa geotermica a temperatura medio/bassa, non idonea per alimentare il teleriscaldamento ma che potrebbe essere utilizzata da settori produttivi come la viticoltura o l’itticoltura.