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Geotermia superficiale: A che punto è lo sviluppo in Europa

Nel prossimo decennio l’obiettivo è moltiplicare per 8 il calore prodotto da Gshp, fino a 210 TWh

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Nel prossimo decennio l’obiettivo è moltiplicare per 8 il calore prodotto da Gshp, fino a 210 TWh


Quello della geotermia superficiale (GSHP) è un comparto in crescita in tutta Europa, che spazia dalle pompe di calore geotermiche al raffrescamento allo stoccaggio di calore nel sottosuolo, dove tuttavia gli spazi di sviluppo rimangono enormi: complessivamente la geotermia superficiale copre appena il 2% delle tecnologie di riscaldamento da fonti rinnovabili, e sebbene nell’intero 2018 siano state installate oltre 1,9 milioni di unità in tutta l’UE per un corrispettivo di oltre 23.000 MWth, la geotermia superficiale cresce più lentamente rispetto al mercato complessivo delle pompe di calore.

Come migliorare?

A Bruxelles si è tenuto un approfondito dibattito sul tema, promosso dal Consiglio Europeo per l’Energia Geotermica (EGEC), insieme alla Piattaforma sulla tecnologia europea e l’innovazione nel settore dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili (Rhc-Etip) e al progetto Interreg Central Europe GeoPlasma-CE, dal quale è emerso che attualmente la geotermia superficiale è ben affermata nel mercato delle pompe di calore per edifici di grandi volumi e regioni europee caratterizzate da condizioni climatiche fredde.

Per ampliare la loro penetrazione, le principali sfide da affrontare nel prossimo decennio riguardano le barriere legali e gli elevati costi iniziali per la realizzazione di questi impianti, il superamento della una scarsa consapevolezza e visibilità che questi sistemi godono presso i decisori e gli utenti finali, nonché il miglioramento dell’accesso oggi limitato alle informazioni e ai servizi qualificati di settore.

L’orizzonte cui puntare al 2030, suggerito da GeoPlasma-CE, consiste nel passare dal 20 al 50% della capacità installata all’interno del mercato delle pompe di calore, e ciò implica un aumento del calore prodotto da Gshp di quasi 8 volte fino a circa 210 TWh nel 2030.

Si tratta di un target molto ambizioso, ma del resto anche la Commissione europea ha confermato la volontà di continuare a investire in geotermia. Matthijs Soede è intervenuto a Bruxelles per rimarcare che l’energia geotermica è stata una delle migliori tecnologie energetiche finanziate nel programma quadro Horizon 2020 della Commissione, e che anche il nuovo programma quadro 2021-2027 si concentrerà fortemente sulla mitigazione dei cambiamenti climatici.

Nel frattempo, qualcosa si muove anche in Italia: nelle scorse settimane è nata ARSE, l’Associazione Riscaldamento Senza Emissioni fondata a Milano da Teon insieme ad E.Geo, Cogeme Nuove Energie e Georicerche, per incoraggiare l’utilizzo dell’energia rinnovabile dalla terra quale alternativa concreta ad altre fonti energetiche altamente inquinanti.