Non solo dal punto di vista economico e occupazionale, ma anche per le grandi potenzialità nel campo del turismo termale.
DOPO la mobilitazioni delle associazioni ambientaliste che avevano anche paventato un rischio sismico legato alla realizzazione della struttura in grado di trasformare il fluido che scorre sotto l’altopiano in cinque megawatt di energia, adesso è la società interessata all’investimento, la Itw Lkw Geotermia Italia, a dire la propria e spiegare i numerosi vantaggi legati a questa opera che è ad emissioni zero ed ha già ottenuto il via libero dal ministero dello sviluppo economico. Il responsabile del progetto è Franco Barberi, già alla guida della protezione civile nazionale che spiega. «L’impianto che è ipotizzato nella zona produttiva di Castel Giorgio è ad emissioni zero ed assolutamente sicuro dal punto di vista ambientale.
A DIFFERENZA di altre centrali realizzate nel passato dall’Enel, il vapore caldo viene portato in superficie senza alcuna immissione di acqua o altre procedure invasive, ma esce attraverso una tubatura a ferro di cavallo che poi lo reimmette nel suolo ad una profondità di due chilometri e mezzo, dunque bel al di sotto dei pochi centinaia di metri dove si trovano le falde acquifere».
E’ dunque escluso ogni tipo di rischio?
«Non ci sono rischi. Questa procedura si limita a far uscire e rientrare il vapore, attraverso una centralina posta sulla sommità delle tubazioni dove avviene uno scambio termico che attiva la produzione di energia. Si tratta di un ciclo binario che non altera le condizioni del sottosuolo e che viene sottoposto ad un’azione di monitoraggio continuo attraverso un sistema elettronico sulle tubazioni anche dal punto di vista sismico».
Quali potrebbero essere le ricadute positive per il territorio?
«Saranno molte e importanti. Intanto ci sarà un vantaggio economico immediato per il Comune di Castel Giorgio a cui andrà un contributo pari al 4 % dell’investimento che oscillerà tra i 30 e i 35 milioni di euro.
POI CI SARANNO ricadute occupazionali per tutti coloro che lavoreranno all’installazione dell’impianto a cui si aggiungeranno le persone che troveranno occupazione stabile per le attività di manutenzione. Inoltre sarà stimolata, presso la facoltà di Ingegneria di Terni la specializzazione di lauree specifiche per occupare professionisti specializzati all’interno della centrale. A ciò si aggiungerà una convenzione con il Comune che potrà beneficiare di acqua calda anche per le abitazioni oltre che per sviluppare progetti turistici in campo termale».
A che punto è l’iter autorizzativo?
«Abbiamo fatto tutti i passaggi ministeriali, compresa la commissione interministeriale per gli idrocarburi minerari. Adesso ci sarà la valutazione di impatto ambientale a livello regionale dove anche gli enti locali saranno chiamati a prendere importanti decisioni sul futuro di questo territorio».