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Geotermia: quale “FASE 2” per il distretto toscano?

I Comuni e il movimento di cittadini GeotermiaSì chiedono risposte «per evitare un collasso della nostra economia»

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I Comuni e il movimento di cittadini GeotermiaSì chiedono risposte «per evitare un collasso della nostra economia»


La “FASE 2” dell’emergenza coronavirus, ovvero quella che inizierà ad aprirsi non appena i dati epidemiologici permetteranno un allentamento nelle misure di distanziamento sociale, troverà il comparto geotermico toscano particolarmente provato.

In quanto servizio essenziale, la produzione di energia dal calore del sottosuolo ha continuato la propria attività anche in queste settimane di crisi sanitaria, ma il distretto è provato ormai da anni di difficoltà.

«La grave crisi che colpisce questo settore ormai da anni, a causa anche di scelte politiche sbagliate, è aggravata dall’emergenza coronavirus, con investimenti in stallo e ripercussioni drammatiche sulle imprese dell’indotto – dichiarano le Giunte comunali di Pomarance e Castelnuovo Val di Cecina – Su questo chiediamo risposte concrete sul ripristino degli incentivi, sugli aiuti alle imprese, sugli impegni presi, per evitare un collasso della nostra economia che sancirebbe la morte della zona».

In quest’ottica anche gli oltre 5mila cittadini che supportano il movimento GeotermiaSì ritengono che «l’occasione della cosiddetta “FASE 2” può essere l’ultima chance per un sistema imprenditoriale e sociale che interessa aree già deboli per caratteristiche peculiari».

Come noto, del resto, l’etimologia stessa della parola crisi risale al greco, per indicare una «scelta, decisione, fase decisiva di una malattia».

Dunque anche «la crisi che stiamo attraversando, per tanti versi drammatica, può diventare un’importante opportunità per il settore geotermico di contribuire alla futura ripresa del nostro Paese».

Sotto questo profilo sono tre in particolare i punti focali messi in evidenza dal movimento GeotermiaSì: la necessità di «semplificare in modo sostanziale le procedure burocratiche la concessione di permessi e autorizzazioni, certificazioni ed attestati»; rendere CoSviG «una struttura sempre più efficace affinché siano sviluppate ulteriori opportunità di lavoro per le aziende geotermiche ed affinché esso possa divenire sempre più uno strumento a disposizione dei Comuni per gestire progetti interni e di area»; perseguire un «ruolo sempre più attivo della Regione Toscana all’interno delle aree geotermiche», a partire dalla necessità di favorire «un accordo con Governo e Comuni dell’area geotermica per riattivare lavori e investimenti che adottino per quanto possibile nuove regole, attraverso le quali sia possibile ad Enel derogare dalle normali procedure adottate per l’affidamento di lavori, manutenzioni, appalti e forniture nel settore dell’industria geotermica, favorendo le imprese territoriali».

Uno scenario all’interno del quale il movimento GeotermiaSì sottolinea come fondamentale un ruolo unitario di sostegno da parte dei territori: «Riteniamo patrimonio essenziale ed inestimabile, da preservare in ogni ambito, l’unità raggiunta in questi due anni a livello politico, istituzionale e sindacale tra i territori della zona tradizionale e quella dell’Amiata frutto della mobilitazione delle popolazioni di quei territori, la quale ha permesso di ottenere risultati importanti quali il mutamento dell’atteggiamento pregiudizialmente negativo di tanta parte della opinione pubblica verso la geotermia, le aperture ottenute dai vari governi, oltre che la legge Regionale che regola la materia».

Da qui la necessità di un quadro di riferimento ampio, che non guardi solo alle pur grandi difficoltà del momento: «Oltre che agire sulle esigenze immediate e contingenti – concludono dal proposito da GeotermiaSì – riteniamo indispensabile già in sede di trattativa per il FER2, iniziare a tracciare percorsi che consentano ai territori geotermici una transizione per quanto possibile indolore in previsione dell’ormai prossimo rinnovo delle concessioni minerarie. È del tutto evidente quindi l’esigenza di unire gli investimenti straordinari con quelli ordinari che già hanno alimentato negli anni l’economia e la vita delle nostre comunità. Il comparto geotermico non ha bisogno di assistenza ma di occasioni di sviluppo e di garanzie per il lavoro».