«L’unica soluzione veramente strategica è la proroga delle concessioni all’attuale concessionario per un arco di tempo congruo, perlomeno quindicennale»
Grazie all’attivismo dei territori toscani che la geotermia la conoscono bene – qui viene impiegata a fini industriali da oltre 200 anni –, l’importanza di questa fonte rinnovabile inizia ad essere riscoperto anche a livello nazionale, col ministro della Transizione Ecologica che ha recentemente affermato come la geotermia sia una risorsa «assolutamente fondamentale» e da potenziare.
In che modo?
Per indicare una rotta comune, tutti i sindaci dei Comuni geotermici presenti nell’area tradizionale di coltivazione della risorsa (l’altra è quella amiatina, con centrali attive a Piancastagnaio e Santa Fiora) hanno firmato una nota congiunta sull’ormai imminente scadenza delle concessioni geotermiche, prevista per il 2024.
«Stiamo registrando, nell’ultimo periodo, alcuni timidi segnali, ma incoraggianti e vogliamo sperare che le dichiarazioni del ministro Cingolani degli ultimi giorni siano effettivamente il preludio di azioni concrete che segnino una via di rilancio e di ritrovata centralità per questa strategica risorsa per la Toscana, per questi territori e per tutta la nazione […] Riteniamo che sia venuto il momento, con estrema chiarezza e compattezza, di fissare alcuni punti, speriamo utili, alla discussione ribadendo concetti probabilmente noti che rappresentano capisaldi di una posizione, unitaria, delle municipalità dell’area tradizionale», dichiarano i primi cittadini di Pomarance, Radicondoli, Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Montieri, Chiusdino, Monteverdi Marittimo.
In primis, i sindaci «ritengono che l’unica soluzione veramente strategica, giunti a questo punto, tenuto conto delle contingenze esogene ed endogene, sia la proroga delle concessioni all’attuale concessionario per un arco di tempo congruo, perlomeno quindicennale, che consenta in primis di mettere in sicurezza il comparto e di garantire prospettive certe ma anche la realizzazione di investimenti, miglioramenti ambientali e tecnologici e progettualità di sviluppo economico e sociale dei territori. Ciò anche attraverso l’utilizzo della così detta golden share e comunque di ogni azione utile a garantire e tutelare una risorsa strategica nazionale ed il suo contributo al fabbisogno energetico regionale e nazionale. Sviluppo industriale che non può non andare di pari passo con lo sviluppo territoriale. Per i sindaci la proroga non è una corsia preferenziale al concessionario, ma una garanzia di tenuta per il territorio e le sue imprese e di continuità nella coltivazione della risorsa».
Allo stesso tempo non mancano le richieste rivolte al concessionario, ovvero Enel Green Power, dopo che i sindacati – a valle di un incontro coi vertici aziendali – hanno da tempo informato su quelle che sarebbero le attuali intenzioni della società: a fronte di una proroga quindicennale delle concessioni arriverebbero investimenti da 3 mld di euro sulla Toscana geotermica, quanto basta a realizzare nuove centrali (per un totale di +200 MW) e ad ammodernare tutte quelle esistenti, migliorando ulteriormente le performance ambientali.
«Fino ad oggi, con grande senso di responsabilità rispetto alla delicatezza del momento, non abbiamo esternato le nostre riserve per la mancata concertazione del piano di investimenti predisposto da Enel con le istituzioni del territorio. È chiaro che le cifre di cui si parla sono ragguardevoli – commentano i sindaci –, ma da sole non bastano e potrà essere un buon piano, accettato con favore dai sindaci, soltanto quando si andrà oltre i numeri entrando nel merito delle scelte ed indirizzando decisioni ed azioni nell’interesse primario dei territori. Enel può e deve dare di più. La crescita delle nostre comunità non può basarsi solo sulle azioni unilaterali di Enel. L’energia geotermica e la ricchezza da essa generata debbono costituire, a tutto tondo, una ricchezza per i territori, le loro popolazioni e le loro imprese. Non ci si può rassegnare all’idea, poi, come pare trapelare dal piano sopra richiamato che lo sviluppo industriale nell’area tradizionale non sia ulteriormente perseguibile; può al contrario esserci ed il concessionario ha l’obbligo di agire per provare a conseguirlo».
Una possibilità di sviluppo che, per concretizzarsi, non può che passare anche da un colpo di reni istituzionale e da una maturazione del contesto culturale di riferimento.
«Vogliamo perciò dar corso alla suggestione lanciata dal presidente Giani lo scorso 2 di maggio durante una assemblea in Regione sul tema e lanciare – concludono i sindaci – una grande iniziativa a Firenze, con la stretta collaborazione della Regione, coinvolgendovi tutti i parlamentari toscani, il consiglio regionale, il mondo economico e sindacale e tutti quelli che, come noi, vogliono fortemente rilanciare l’azione e lo sviluppo della geotermia in Toscana. La geotermia è una risorsa rinnovabile toscana ed italiana, una ricchezza di questi territori, che dovrà essere centrale nella transizione energetica. Sappiamo che questo è il momento decisivo ed i territori vogliono esserci ed essere protagonisti».