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Geotermia Profonda: l’impianto di Soultz-sous-Forets

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I ricercatori sono continuamente alla ricerca di nuovi metodi, sempre più efficaci, per sfruttare l’energia geotermica (il calore proveniente dal nucleo terrestre attraverso il mantello sino alla superficie). La nuova frontiera è quella della geotermia profonda, che sfrutta l’acqua calda circolante nel sottosuolo attraverso un circuito idrotermale o petrotermale (in questo secondo caso, l’acqua è iniettata sotto pressione in profondità, dopo aver forato le rocce e, quindi, ripompata in superficie).

Fonte: Fotovoltaico Sul Web.it

Autore: Morena Deriu

Per quanto diversi paesi ed enti di ricerca si stiano interessando alla geotermia profonda, è la Francia a poter vantare dalla primavera del 2008 (quando l’impianto è entrato a regime), a Soultz-sous-Forêts (in Alsazia, nel nord-est della Francia) il primato mondiale per la messa in funzione di un HDR (Hot Dry Rock) che utilizza il vapore vaporizzato a 200 °C da un flusso d’acqua pompato dalla superficie alla profondità di 5000 metri.

Il vantaggio del Hot Dry Rock è che non è necessario trovarsi in una zona vulcanica o con anomalie geotermiche per utilizzarla; è sufficiente che il sottosuolo profondo abbia un gradiente termico di circa circa 30K ogni 1.000 metri e che le rocce profonde siano disposte in maniera tale da poter essere fessurate e rese permeabili al vapore acqueo.

In questo modo, un condotto convoglia il vapore prodotto in profondità sulla superficie, dove arriva con una temperatura di 175 °C e una portata di 35 litri al secondo e dove, a questo punto, cede il calore a fluidi di lavoro organici. L’energia termica è, così, convertita in energia elettrica grazie a un ciclo termodinamico Rankine o ORC (Organic Rankine Cycle), il cui obiettivo è, appunto, convertire il calore in lavoro.

Come qualsiasi tipo di energia idrotermica, il sistema è a ciclo chiuso e il vapore condensato deve essere re-iniettato in profondità. La centrale sarà ampliata fino a 10 MW entro il 2015 e, successivamente, è previsto lo sviluppo industriale del sistema e la sua diffusione commerciale.

Intanto, è notizia di questi giorni che anche il Messico ha deciso di continuare a investire sulla geotermia profonda con la firma di un contratto da 30 milioni di euro tra il gruppo industriale francese Alstom e la Mexican Federal Electricity Commission (CFE). Il progetto (che sarà sviluppato nella città di Chignautla, nello stato di Puebla) si chiama Los Humeros III e si prevede di scendere sino a una profondità di 3500 metri. Insieme agli altri due impianti di Los Humeros IIA e Los Humeros IIB, che sfruttano la medesima tecnologia, sarà in grado di rispondere al fabbisogno energetico annuale di circa 120 mila messicani.

Una volta installata, la piattaforma di Los Humeros II avrà una capacità di 25 MW e produrrà più di 200 GW all’anno, utili a soddisfare il fabbisogno energetico di 40000 messicani.