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Geotermia per la cannabis: ecco l’idea

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Proposta di Marini per una coltivazione in serra a uso terapeutico ma anche per far crescere basilico e produrre pellet

Fonte: Il Tirreno Online

Autore: Fiora Bonelli

Cosa fare con il calore geotermico? Un’idea il sindaco di Arcidosso, Jacopo Marini, ce l’ha: «Penso a serre specializzate in certi prodotti, come il basilico o la cannabis ad uso terapeutico».

È un’idea, una proposta, una delle tante. Ma certamente colpisce per l’originalità. La risorsa geotermica non può non essere utilizzata e anche l’amministrazione comunale di Santa Fiora ci scommette: i due Comuni lanciano progetti anche particolari pur di incrementare le opportunità di sviluppo e di lavoro. Sui molteplici impieghi della geotermia, dunque, oggi si terrà un seminario regionale incentrato sulle esperienze toscane di teleriscaldamento, a Piancastagnaio, organizzato dal Comune di Piancastagnaio e dal Co.Svi.G. (Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche). Tra i relatori anche i sindaci Santa Fiora, Pomarance, Montieri, Radicondoli, imprese e operatori del settore, sul tema dell’utilizzo del calore geotermico che può aprire prospettive importanti anche per l’Amiata. Per Enel Green Power interverrà il responsabile geotermia Massimo Montemaggi, che approfondirà il tema di un approccio corretto all’investimento e all’esercizio degli impianti di teleriscaldamento. L’argomento su come sfruttare il calore geotermico in Amiata sta, insomma, tenendo banco e proprio sulla partita dei vapordotti a servizio delle imprese, stanno lavorando da tempo amministrazioni e aziende.

Torniamo a Marini; questi non nasconde la speranza che proprio grazie al calore geotermico possa nascere nella zona delle Aiole un polo produttivo particolare, che, a costi dimezzati, possa utilizzare la geotermia per lo sviluppo economico del comprensorio: «Nell’area Aiole – spiega Marini – oltre la piscina di acqua calda, sarà possibile utilizzare il calore geotermico. Nella zona vi sono già tre realtà alberghiere, quella di Ugo Quattrini, l’altra di Lorena e infine il complesso di Colle degli Angeli. Abbiamo stimato che chi al momento si alimenta a gasolio, col calore geotermico avrebbe un risparmio del 70% e chi usa, invece, il gpl, risparmierebbe il 50%. Ma oltre a questi vantaggi, noi pensiamo alle Aiole come luogo in cui potrebbero nascere, ad esempio, aziende che hanno bisogno di molto calore e che col vapore delle vicine centrali potrebbero davvero risparmiare». E Marini fa tre esempi: «Basilico, cannabis a uso terapeutico, aziende di pellet che necessitano di tantissimo calore per l’essiccazione del legno. O anche ad aziende di lavorazione della castagna, che oggi va immessa sterilizzata nel mercato. Poi va essiccata, sbucciata, macinata e trasformata. Passaggi per i quali occorre grande e dispendiosa quantità di calore».

Anche il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi, pensa ad un’area produttiva nella zona del Meleto, fra Santa Fiora e Bagnore, che sarebbe vicina alle centrali e potrebbe usare il calore della geotermia: «Il Meleto è indicata come zona produttiva anche nel regolamento urbanistico, una zona che potrebbe avvalersi del calore della geotermia». Una zona, insomma, che si candida ad essere polo alberghiero e produttivo e, soprattutto attrezzata di piscina. «Speriamo di partire a breve – dice Marini- perché già c’è stata una delibera di giunta, è stato approvato un protocollo Regione-Enel e si attende la firma del protocollo stesso».

Ma in questo scenario c’è un però: la viabilità. Arrivare alle Aiole ed uscirne è un’impresa degna di un rally. «Ma forse

– conclude Marini – anche per la partita viabilità stiamo intravedendo qualche spiraglio, con i lavori in corso sulla strada amiatina, lavori che dovrebbero cambiare l’ardua fisionomia delle Aiole e permettere anche ai camion che vi transitano, di affrontare con tranquillità questo tratto».