Da Enel stimano ricadute per 67 mln di euro l’anno sull’imprenditoria regionale. Rossini: «Riteniamo strategica la sinergia con le imprese locali»
Durante un’audizione parlamentare nell’ambito del ddl di conversione del decreto Aiuti, il ministro della Transizione Ecologica – Roberto Cingolani – ha risposto ad una precisa sollecitazione sulla geotermia a media e alta entalpia avanzata dal deputato Luca Sani, annunciando importanti novità per lo sviluppo delle risorse presenti sul territorio.
«La geotermia è assolutamente fondamentale – ha dichiarato il ministro Cingolani – Secondo me va potenziata perché ha il vantaggio, soprattutto per il territorio italiano, di essere una sorgente sostanzialmente programmabile pur essendo rinnovabile, in quanto le centrali funzionano per 7.500 ore all’anno su 8.700 totali. Ci dobbiamo lavorare e lo farò nei prossimi giorni, siamo ormai in chiusura del FER2 ed è fondamentale che questa cosa venga fatta».
Il riferimento è al il decreto FER2 – pensato per incentivare la produzione di energia elettrica dalle fonti rinnovabili cosiddette “innovative” –, che avrebbe dovuto vedere la luce nell’estate di tre anni fa e aspetta di essere pubblicato da oltre mille giorni; al suo interno dovrebbero infatti essere re-inseriti gli incentivi alla geotermia, esclusa (per la prima volta) dal FER1 pubblicato in Gazzetta ufficiale ormai nel 2019.
Nonostante questo smacco, che ha contribuito a frenare nuovi investimenti in geotermia nel nostro Paese, il contributo allo sviluppo sostenibile offerto dall’impiego di questa fonte rinnovabile in Toscana – la Regione che per prima al mondo ha dato i natali a queste tecnologie, e che ancora oggi ospita le uniche centrali geotermoelettriche attive in Italia – resta ancora di grandissimo rilievo.
Dalle centrali geotermiche gestite da Enel Green Power in Toscana si ricava infatti una produzione annua di elettricità pari a oltre 5,5 mld di kWh, quanto basta per coprire il 34% del fabbisogno regionale: un dato che ha consentito di evitare l’importo di 1,3 mld di metri cubi di gas naturale, cui si aggiunge la partita degli usi diretti del calore.
Dalla geotermia arriva dunque un contributo fondamentale per la sostenibilità ambientale, ma quali sono le ricadute locali dal punto di vista socio-economico e occupazionale?
La risposta è arrivata al teatro Florentia di Larderello, dove si è svolto l’ultimo incontro periodico organizzato coi contrattisti e le associazioni di rappresentanza del distretto geotermico, cui hanno preso parte oltre 70 imprese per un totale di 100 persone.
Un appuntamento che s’inserisce nell’ambito del confronto avviato già da danni da Enel in collaborazione con istituzioni, confindustria, associazioni di categoria e il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG), dove sono stati forniti i dati consolidati nel 2021 e le prospettive per l’anno in corso.
«La ricaduta locale per i contratti stipulati per attività di esercizio, manutenzione, perforazione e miglioramento degli asset nel primo quadrimestre 2022 è stata pari al 51% sul totale degli appalti. In termini di spesa – dettagliano da Enel – la ricadute sulle imprese dell’indotto locale è passata dal 31% del 2020 al 38% attuale (se consideriamo tutta la Toscana, e non solo le province geotermiche di Pisa, Siena e Grosseto, la ricaduta supera il 65%) con un volume di lavori affidati alle aziende locali pari a 41 milioni di euro nel 2021 (67 milioni di euro se prendiamo come riferimento il perimetro regionale) e una previsione di altrettanti milioni per il 2022».
Per quanto riguarda invece il fronte occupazionale, durante il 2021 sono state assunte da Enel 43 persone tra laureati e periti; altre arriveranno nell’anno in corso «garantendo il 100% del turn over, in un contesto che vede già circa 650 dipendenti Enel Green Power ed un indotto che coinvolge più di 80 imprese nei Comuni geotermici delle tre province di Pisa, Siena e Grosseto, circa 150 ditte in tutta la regione per un totale di 1.500 addetti nelle aree geotermiche e oltre 4mila nel perimetro toscano».
«La geotermia toscana si conferma risorsa fondamentale per la transizione ecologica della regione, sia dal punto di vista elettrico che termico – commenta Luca Rossini, responsabile Geotermia Italia di EGP – I dati del 2021 e le prospettive per il 2022, nonostante il periodo difficile dovuto alla pandemia e al momento complesso a livello internazionale, confermano che siamo sulla strada giusta: stiamo operando in collaborazione con le istituzioni regionali e locali, con gli imprenditori e le associazioni di categoria per proseguire sulla via intrapresa, aumentare ulteriormente le ricadute locali e sviluppare un vero e proprio distretto geotermico che confermi la Toscana leader mondiale della geotermia. Ecco perché riteniamo strategica la sinergia con le imprese locali e crediamo che il trasferimento di know how e la loro specializzazione siano leve importanti per la crescita del territorio e la sostenibilità del settore geotermico. Per questo organizziamo incontri trimestrali con tutti i nostri contrattisti, in modo da presentare i dati aggiornati, monitorare l’andamento della situazione, capire come ottimizzare la collaborazione e presentare le nuove iniziative».
Sotto questo profilo, nel corso dell’incontro a Larderello è stato posto l’accento «i possibili sviluppi, i restyling ed il potenziamento delle centrali geotermoelettriche potranno poi introdurre ulteriori investimenti, così come le nuove operazioni per la realizzazione delle reti di teleriscaldamento – oltre a quelli già attivi in 9 Comuni geotermici – che consentiranno di far registrare un incremento di 82 GWh termici che si aggiungeranno ai 480 GWht di energia termica già erogati nei Comuni sede d’impianto (Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Radicondoli, Chiusdino, Piancastagnaio, Montieri, Monterotondo Marittimo, Santa Fiora, oltre ad una parte della città di Ferrara) con importanti benefici socioeconomici oltre all’evitamento degli inquinanti atmosferici legati all’impiego dei combustibili fossili, evitando il consumo di 1,1 MTep e tagliando al contempo l’emissione di oltre 120mila tonnellate annue di CO2».