Pergine Valdarno vira verso la geotermia e impiegherà le sorgenti di acque ricche di anidride carbonica per produrre energia a basso costo per industrie o abitazioni. L’opportunità si è concretizzata dopo la chiusura dello stabilimento della Air Liquide, che da alcuni mesi ha trasferito l’attività nelle sedi di Caprese Michelangelo e Figline Valdarno.
In questi giorni si è svolta in municipio la conferenza dei servizi per discutere della bonifica dell’area industriale, durante la quale l’azienda si è impegnata a chiudere i pozzi di captazione presenti dentro e fuori il perimetro della zona produttiva. Dal canto loro gli amministratori hanno chiesto che alcuni rimangano aperti per generare energia, sfruttando una risorsa fin qui fondamentale per l’economia del paese.
Già ai primi dell’800 era attiva l’industria per l’utilizzo del minerale prima per la produzione di biacca, vernice che impermeabilizza le imbarcazioni, poi di acido carbonico in bombole per applicazioni nel campo chimico, siderurgico e alimentare. Il periodo di maggiore sviluppo economico, con oltre cento addetti, si concretizzò con la “Pergine S.p.A.”, che rilevò, ai primi del ‘900, l’attività dagli imprenditori fiorentini Enrico e Giulio Pegna. Nel 1996 l’ultimo passaggio con l’arrivo della “Air Liquide Italia S.r.l.”