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Geotermia non solo per produrre elettricità.

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Una fonte che si presta bene anche all’uso diretto di calore e, in tal modo, molto usata in Europa

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Si parla di geotermia e si pensa alle centrali geotermoelettriche. Sarà perché l’Italia è già quinta al mondo per capacità installata d’impianti geotermici, con 843 Megawatt, (analisi Gea-Geothermal Energy Association) gran parte della quale concentrata in Toscana.

Ma la geotermia è una fonte che si presta anche all’uso diretto di calore e questo tipo di applicazioni sono molto diffuse in Europa.

Secondo i dati del Gse 18 Paesi su 27 dell’Ue utilizzano in tal senso risorse a media o bassa entalpia per un totale (escluse le pompe a calore geotermiche) di 2.490 MWt (megawatt termici) installati, con una produzione energetica di 793 mila tonnellate equivalenti di petrolio.

Rispetto ai dati, fa presente il Gse che le statistiche sugli usi diretti del calore geotermico sono difficili da effettuare, sia per la mancanza di una metodologia comune di calcolo, sia perché sono innumerevoli le applicazioni non contabilizzate (quasi tutte quelle termali, ma anche gran parte delle serre e della climatizzazione di edifici isolati).

In Ungheria ad esempio, dove la tecnologia è maggiormente sviluppata, gli usi termici si ritiene siano ampiamente sottovalutati dalle statistiche ufficiali (725 MWt). Stessa situazione – sottolinea il Gse -seppur in modo minore, per l’Italia, che è al secondo posto nella graduatoria dell’Unione (circa 500 MWt), seguita dalla Francia (307 MWt).

Ottime sembrano comunque le prospettive di sviluppo degli usi diretti geotermici a media e bassa entalpia.

In Francia l’obiettivo è quello di triplicare gli usi attuali entro il 2015, anche grazie a forme di incentivi basati sulle riduzioni di CO2. Gli incentivi statali ammontano a 400 euro/t di CO2 evitata, cui possono aggiungersi ulteriori sovvenzioni regionali (l’Ile-de-France, ad esempio, prevede sovvenzioni aggiuntive variabili da 150 a 300 euro/t di CO2 evitata, in relazione alla taglia del progetto).

L’Unione Europea ha anche il primato nel mondo per la maggiore diffusione della tecnologia delle pompe a calore geotermico che – sempre secondo il Gse- sono in ulteriore sviluppo in molti paesi comunitari. Anche per questa tecnologia risulta assai difficile una contabilizzazione precisa, sia perché alcuni (Paesi Bassi, Belgio) non le differenziano dalle pompe di calore ad aria, sia perché la maggior parte dei Paesi non dispone di statistiche affidabili in tal senso. Controversa è anche la loro catalogazione: si passa, infatti, da pompe di pochi kWt a pompe di centinaia di kWt, destinate al riscaldamento di una singola abitazione o di complessi edilizi, che prelevano il calore dal suolo o da falde freatiche, con scambiatori di calore orizzontali o verticali.

Ciò non di meno l’Europa secondo valutazioni dell’EurObservEr a fine 2006 poteva vantare l’installazione di circa 600.000 pompe a calore geotermico, per una potenza di circa 7.300 MWt. Anno in cui è stata superata per la prima volta la quota di 100.000 pompe vendute.

Tra i paesi che maggiormente hanno sviluppato l’utilizzo di questa tecnologia la Svezia con il maggior numero d’installazioni (oltre 40.000 a fine 2006), seguita da Germania (28.600 unità), Francia (20.000), Austria (7.235) e Finlandia (4.500).
L’Italia invece non brilla in questo settore, che risulta invece in forte espansione in Germania, Francia, Austria, nei Paesi Baltici e Svizzera; un settore che registra costanti innovazioni tecnologiche e conta al momento circa 25.000 addetti.

Alla situazione attuale il settore geotermico europeo è, complessivamente, comunque in linea con gli obiettivi posti dalla Commissione Europea (Sustainible Energy Europe 2005-2008).
Per il geotermoelettrico si prevede di raggiungere una potenza installata di 990 MW al 2010: ciò significa che sono stati sostanzialmente raggiunti anche gli obiettivi posti dal Libro Bianco sulle fonti rinnovabili, che prevedeva una potenza di 1.000 MW a quella data.
Per la produzione di calore (tutti gli usi) le prospettive sono invece più che positive. Si ritiene, infatti, che la potenza installata (9.565 MWt a fine 2006) superi i 17.500 MWt nel 2010, raggiungendo cioè oltre il triplo dei 5.000 MWt previsti dal Libro Bianco per tale data.