A fronte di uno stallo sulla realizzazione di nuove centrali, Enel ha investito per ammodernare quelle già presenti sul territorio
Nel corso dell’ultimo anno Enel, ovvero l’attuale gestore di tutte le centrali geotermoelettriche attive in Toscana e (dunque) in Italia, si è confermato il più grande operatore privato al mondo nel settore delle energie rinnovabili.
Nonostante il 2020 sia stato segnato dalla pandemia da Covid-19, Enel Green Power ha costruito 3.106 MW di nuova capacità rinnovabile, superando il record precedentemente stabilito dalla stessa società nel 2019 (+2,5%, 77 MW in più); nello stesso periodo Enel ha inoltre realizzato il rifacimento e ripotenziamento di impianti già operativi per circa 1,2 GW.
Come risultato finale ad oggi EGP gestisce oggi circa 49 GW di capacità rinnovabile complessiva.
«Questo traguardo – commenta Salvatore Bernabei, CEO di EGP – consolida la nostra posizione di “Super Major” nel settore delle rinnovabili: gestiamo infatti la più grande flotta privata al mondo per la generazione di energia rinnovabile».
Una volta pienamente operativa, la nuova capacità costruita nel 2020 dovrebbe generare circa 11,3 TWh l’anno ed evitare l’immissione nell’atmosfera di 6,86 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno.
In termini di localizzazione geografica, nel 2020 la nuova capacità installata da Enel è distribuita come segue: 508 MW in Europa, principalmente in Spagna; 879 MW in America Latina, principalmente in Brasile; 1.386 MW in Nord America, principalmente negli Stati Uniti; 333 MW in Africa, Asia e Oceania.
Altrettanto importanti gli investimenti realizzati nel corso dell’ultimo anno da Enel per il rifacimento e ripotenziamento di impianti in operazione: come già accennato in totale si tratta di circa 1,2 GW, suddivisi tra 250 MW eolici, 847 MW idroelettrici e 73 MW geotermici.
Questi ultimi con un tratto tutto toscano, in quanto i 73 MW fanno riferimento alle centrali geotermoelettriche di Le Prata (Castelnuovo Val di Cecina) e di Valle Secolo (Pomarance), rispettivamente per 18,5 MW e 54,7 MW.
Un dato che s’inserisce all’interno del contesto evidenziato dal rapporto indipendente sulla produzione geotermoelettrica globale elaborato in occasione del World geothermal congress.
All’interno di un contesto geotermico molto dinamico a livello internazionale, nello studio l’Italia – ovvero il Paese con la tradizione geotermica più antica al mondo, che in Toscana soddisfa il 30% circa della domanda di elettricità – emerge come caratterizzata da un lungo momento di stallo.
La potenza installata nel 2015 ammontava a 916 MWe e per il 2025 si prevede solo +20 MWe, ovvero quelli previsti per la centrale geotermoelettrica Monterotondo 2, i cui lavori sono stati iniziati a fine 2016.
I principali problemi messi a fuoco dal rapporto consistono nei bassi incentivi finora garantiti per lo sviluppo dell’attività geotermoelettrica, peraltro non ancora rinnovati nell’ambito del decreto FER2, e nell’opposizione rivolta da alcune comunità locali del monte Amiata – dove i serbatoi geotermici potrebbero essere ulteriormente coltivati – allo sviluppo di ulteriori impianti.
Nonostante queste difficoltà, il report documenta che negli ultimi cinque anni sono stati investiti 263 milioni di dollari per migliorare gli impianti esistenti, in particolare per quanto riguarda l’abbattimento delle emissioni di gas incondensabili (ad oggi, ad esempio, tutti le centrali geotermolettriche toscane sono dotate di AMIS-Abbattitori Mercurio Idrogeno Solforato).