«Sono di questi giorni le parole di impegno del sottosegretario all’Ambiente Morassut e le aperture del ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli, adesso è il momento di agire e di farlo velocemente»
Prima ancora che le misure di contenimento per l’epidemia in corso legata al coronavirus Sars-CoV-2 fossero estese dal Governo nazionale a tutto il Paese, l’OCSE aveva già tagliato le stime di crescita per il PIL italiano schiacciandole allo 0% nel 2020: adesso lo scenario si è ulteriormente complicato e «in questa fase delicatissima per la nostra economia – spiega Alessandra Nardini, consigliera in Regione Toscana – servono scelte tempestive e coraggiose. Una di queste decisioni deve riguardare la geotermia: basta slittamenti del decreto FER2 per il re-inserimento dell’energia geotermica tra le rinnovabili per cui stanziare incentivi».
Un appello lanciato nei giorni scorsi dal movimento di cittadini GeotermiaSì, mentre dal Governo nazionale sono arrivate ulteriori sottolineature in merito all’importanza della geotermia in un’ottica di sviluppo sostenibile per il Paese.
«Dopo la scellerata decisione del precedente Governo e dopo mesi di battaglie che abbiamo condotto in prima linea anche come Regione, abbiamo accolto positivamente il cambio di passo del nuovo Governo, emerso anche nell’incontro con la sottosegretaria allo Sviluppo Economico Alessia Morani – dichiara Nardini – Sono di questi giorni poi le parole di impegno del sottosegretario all’Ambiente Morassut e le aperture del ministro dello Sviluppo economico Patuanelli. Bene. Adesso è il momento di agire e di farlo velocemente, a maggior ragione vista la situazione e la necessità di dare chiari e inequivocabili segnali di ripartenza».
Investire nell’ottica preannunciata dal Green New Deal non significa infatti ignorare l’emergenza sanitaria in corso, semmai il contrario: significa immettere risorse fresche per risollevare un’economia minacciata dal coronavirus, e contemporaneamente indirizzarne lo sviluppo in modo che possa divenire più sostenibile.
Già oggi infatti – secondo le stime elaborate dalla Regione Toscana – sono circa 4mila i posti di lavoro legati alla geotermia, senza dimenticare le occasioni di diversificazione economica offerte in ambiti come quello turistico (sono circa 60mila le persone che si sono recate in visita nei luoghi della geotermia toscana nel 2017) o agroalimentare, come mostrano le aziende riunite nella Comunità del cibo a energie rinnovabili, nata grazie a un’intesa tra Slow Food e CoSviG, il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche.
«Mi unisco, in questo senso, agli appelli degli amministratori, dei sindacati, delle imprese e dei comitati: è tempo di scelte rapide e coraggiose per il rilancio del nostro territorio e della nostra economia – conclude Nardini – Parliamo di una produzione energetica che coniuga posti di lavoro e sviluppo economico con rispetto dell’ambiente e riduzione delle emissioni di CO2, una produzione da cui dipendono interi territori nella nostra provincia e in Toscana. Oggi più che mai non possiamo più tardare nell’arrivare ad una decisione chiara e allo stanziamento degli incentivi per la geotermia».