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Geotermia, Mondo: Cina e Islanda, grande accordo per l’energia pulita

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Sinopec, il gigante cinese del petrolio, ha stretto un’intesa con gli islandesi di Arctic Green Energy: in Cina grazie alla tecnologia di questi ultimi si fornirà a fornire tanta energia e riscaldamento da ridurre le emissioni di CO2 di almeno tre milioni di tonnellate l’anno; in Islanda investimenti cinesi potenzieranno la produzione di energie rinnovabili

Fonte: Repubblica.it

Autore: Andrea Tarquini

In nome dell’energia pulita, nascono oggi le alleanze più insolite, tanto meglio per il mondo. Sinopec, il gigante cinese del petrolio, ha stretto un’intesa con gli islandesi di Arctic Green Energy. I vichinghi portano alla Repubblica popolare la loro esperienza tecnologica d’eccellenza nel campo della produzione di energia geotermica con estrazioni anche a grande profondità, i cinesi aiutano gli islandesi con la loro enorme ‘cassa di guerra’, risorsa infinita d’investimenti, e insieme i due gruppi hanno già speso in corsa 55 milioni di euro a Xiong, circa 110 chilometri da Pechino, per utilizzare la tecnologia islandese e trivellare il sottosuolo senza estrarre una goccia di combustibili fossili.
L’obiettivo, viste le nuove strategie cinesi sia di risanamento dell’ambiente sia di investimenti nell’economia globale, è appunto lavorare insieme, sempre più, nelle trivellazioni per estrarre energia geotermica. Quella dei Geyser, dei vulcani, di tutte le altre fonti pulite e rinnovabili che già oggi coprono pressoché la totalità del fabbisogno energetico dell’Islanda in solida crescita economica.
L’alleanza tra il piccolo ma postmoderno paese scandinavo e la superpotenza di domani promette molto per il futuro. Per entrambi, e per il resto del mondo, con sinergie e probabili investimenti e proposte bilaterali di nuova politica energetica in paesi terzi. In Cina grazie alla tecnologia islandese di Arctic Green Energy Sinopec si prepara a fornire tanta energia e riscaldamento da ridurre le emissioni di CO2 di almeno tre milioni di tonnellate l’anno. In Islanda, investimenti cinesi non potranno che potenziare la produzione di energie rinnovabili. Già oggi se visiti l’Islanda propulsa e illuminata dall’energia pulita, vedendo la movida di Reykjavìk, il grande traffico aereo e la vivace attività economica in ogni settore, davvero non hai l’impressione che l’ecologia freni prosperità o crescita. Investimenti dell’Impero di mezzo potranno solo migliorare ancora una situazione già ottima.
Per la Cina, sul piano della sua produzione energetica ancora dipendente in gran parte da carbone e petrolio, l’alleanza con l’Islanda è solo un inizio, in rapporto ai 700 MegaWatt  annui di produzione d’energia geotermica, quindi rinnovabile e pulita, della piccolissima isola felice. E una cosa è soddisfare il fabbisogno energetico d’una piccola splendida nazione con 330 mila abitanti, altro è fornire energia alla seconda potenza mondiale col suo miliardo e mezzo di cittadini. I costi della trivellazione in profondità per liberare e usare energia geotermica sono anche molto alti. Gli investimenti presenti e futuri si annunciano più redditizi in Islanda, ‘Eldorado della geotermica’, dove le temperature sotterranee oltrepassano i 250 gradi celsius, in media cento in più di quelle rilevate in Cina o altrove.
Ma a volte alleanze tra Davide e Golia sono vincenti. Investimenti comuni e ricerca tecnologica comune – con il know how di Green Arctic Energy e delle università islandesi da un lato, e le potenzialità cinesi in ogni comparto delle alte tecnologie dall’altro – possono promettere molto, ai due paesi e al resto del mondo. Un’Islanda ancor più ecologica e pulita di quanto già non sia oggi, una Cina che accelera la sua riconciliazione con l’ambiente. E altre sinergie.

L’Islanda, che conosce un boom economico tra l’altro grazie al turismo ipertrofico – quasi due milioni di visitatori l’anno con 330 mila abitanti appena – già appare ancor più interessante al numero crescente di turisti cinesi che sorridenti e pacifici invadono il mondo. E siccome già oggi Reykjavìk importa manodopera per sostenere la crescita economica, magari anche i giovani qualificati cinesi vi troveranno un futuro, godendosi welfare e libertà in stile scandinavo. Se passeggi nel bel centro della piccola ma vivacissima capitale, già ne vedi molti, sorridenti e giocosi ma sempre puntuali al lavoro, poi a sera festeggianti con i loro amici biondi locali nei locali di tendenza tra Bankastraeti e Laegavegur. Le infrastrutture per accoglierli ci sono tutte. A cominciare dall’aeroporto internazionale di Keflavìk, capace di accogliere i più grossi jet di Air China e delle altre Airlines della Repubblica popolare carichi di turisti e di tecnici e di manager di Sinopec. Aeroporto che ovviamente già funziona solo con energie rinnovabili. Collegato alla capitale Reykjavìk con autobus e taxi propulsi da biocarburanti. Chi sa quanto potrà essere più pulito, ecologico, rinnovabile e sostenibile il mondo di domani grazie all’alleanza d’investimenti tra i due global player Arctic Green Energy e Sinopec, tra il minuscolo postmoderno paese scandinavo e il gigante dell’Asia.