Nel corso del 2019 sono stati aggiunti nel mondo 759 MW: il più ampio incremento a partire (almeno) dal 2000. Nessuna nuova installazione invece nel nostro Paese
Le tecnologie geotermiche sono nate in Toscana oltre due secoli fa, e da allora l’Italia ha sviluppato un know-how unico al mondo nella coltivazione del calore naturalmente presente nel sottosuolo, ma con il passare degli anni altri Paesi hanno seguito l’esempio fino a superare (talvolta di gran lunga) la capacità installata sul territorio: come ogni anno Alexander Richter – nel Cda dell’International Geothermal Association (IGA) – ha aggiornato su thinkgeoenergy.com la classifica dei 10 maggiori paesi geotermici al mondo, con l’Italia che si piazza in 7° posizione ma con in vista la possibilità di un sorpasso da parte del Kenya.
«Raccogliere dati sullo sviluppo delle centrali geotermiche è difficile – spiega Richter, con discrepanze nei dati segnalati dalle diverse fonti. Ci sono molte ragioni per questo: alcune organizzazioni riportano la capacità lorda, altre quella operativa, altre quella installata, mentre altre ancora riportano una media tra la capacità estiva e quella invernale. Tutte hanno una sfida in comune, e cioè che Paesi e organizzazioni spesso non presentano gli stessi numeri. Il risultato è che i numeri di un Paese non possono essere confrontati con quelli di un altro».
La soluzione adottata da Richter è porre il focus sulla «capacità installata, ma rispecchiando solo quella operativa, indipendentemente dal fatto che l’impianto produca a piena capacità o meno».
Seguendo quest’approccio sono gli Stati Uniti il Paese più geotermico al mondo, con una capacità pari a 3.676 MW; a seguire Indonesia (2.133 MW), Filippine (1.918 MW), Turchia (1.526 MW), Nuova Zelanda (1.005 MW), Messico (962,7 MW), Italia (944 MW), Kenya (861 MW), Islanda (755 MW) e Giappone (601 MW).
Tutti dati in crescita nel 2019, tranne nei casi di Nuova Zelanda e Italia.
Nel corso dell’ultimo anno, infatti, sono stati aggiunti nel mondo ben 759 MW, spingendo la capacità installata alla fine del 2019 a 15.406 MW: «Stimiamo che questa sia la più grande crescita annuale della capacità di generazione di energia geotermica – sottolinea Richter –, almeno a partire dal 2000».
E a fare il balzo più ampio è stato proprio il Kenya, che con un +193,3 MW si è avvicinato ulteriormente all’Italia, inchiodata a 944 MW: «Con l’attuale clima politico questo numero potrebbe non cambiare molto presto», chiosa con amarezza Richter riferendosi al nostro Paese.
Come noto, infatti, la geotermia è stata esclusa dal decreto FER1, e dunque gli incentivi alla produzione di energia elettrica da questa fonte rinnovabile non sono stati rinnovati.
Nel mese in corso è previsto però l’arrivo del FER2, che dovrebbe correggere il tiro: sarebbe un primo quanto importante passo per la ripresa degli investimenti geotermici anche in Italia.