Home Geotermia News Geotermia: Lo sviluppo sostenibile della geotermia (italiana e non) visto dalla Svizzera

Geotermia: Lo sviluppo sostenibile della geotermia (italiana e non) visto dalla Svizzera

Lupi (Università di Ginevra): «Sicuramente uno degli aspetti più importanti sui quali migliorare è quello della comunicazione. È importante eliminare le miscredenze ed essere trasparenti coinvolgendo i cittadini»

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Lupi (Università di Ginevra): «Sicuramente uno degli aspetti più importanti sui quali migliorare è quello della comunicazione. È importante eliminare le miscredenze ed essere trasparenti coinvolgendo i cittadini»


Insieme a un team di ricercatori dell’Università di Ginevra, dell’Università di Firenze e del CNR, il geofisico Matteo Lupi ha condotto lo studio Tectonic and Anthropogenic Microseismic Activity While Drilling Toward Supercritical Conditions in the LarderelloTravale Geothermal Field, Italy: una ricerca di cui abbiamo già parlato su queste pagine – sviluppata contestualmente al progetto europeo Descramble condotto a Larderello – documentando come neanche la perforazione di un pozzo geotermico profondo (sono stati raccolti dati fino a 2,9 km nel sottosuolo) in condizioni di temperatura e pressione particolarmente sfidanti abbia causato «attività sismica incontrollata», mostrando il grado di maturità ormai raggiunto dalle tecnologie geotermiche.

Docente al dipartimento di Scienze della terra dell’Ateneo elvetico, dopo un master all’Università di Pisa e una carriera internazionale che l’ha portato prima a Edimburgo (Scozia) e poi a Bonn (Germania), Lupi spiega che «la geotermia potrebbe essere una delle principali fonti di energia del nostro futuro», anche se non mancano fattori che frenano lo sviluppo del comparto. Come superarli? Per capirne di più lo abbiamo intervistato.

Lo studio che ha condotto a Lardello, escludendo che le perforazioni geotermiche condotte in un contesto particolarmente sfidante come quello di Descramble abbiano provocato fenomeni rilevanti in termini di sismicità indotta, mostra un alto livello di affidabilità raggiunto dalle tecnologie geotermiche. Crede possano essere uno strumento utile contro la crisi climatica in corso, e su quali versanti pensa sia possibile migliorare ancora?

«Per quanto riguarda il cambiamento climatico in atto le fonti di energia rinnovabile sono sicuramente la strada da perseguire. In particolare, le risorse geotermiche rappresentano un’energia disponibile in ogni luogo 24 ore al giorno 365 giorni l’anno. Ciò detto è importante ricordare che abbiamo un portafoglio di energie rinnovabili dal quale attingere e la geotermia è solamente una di esse. In alcuni contesti perciò l’energia potrà essere prodotta da una combinazione ad esempio di energia idroelettrica, fotovoltaica e geotermica. Inoltre uno accurato isolamento termico dei nostri edifici ci permette un notevole risparmio energetico.

Sicuramente uno degli aspetti più importanti sui quali migliorare è quello della comunicazione. Ci sono troppe miscredenze che hanno rallentato lo sviluppo della geotermia. Ad esempio non tutti i sistemi geotermici generano terremoti e non tutti i sistemi geotermici possono essere nocivi per le falde acquifere. Per esempio lo stoccaggio di calore negli acquiferi è un metodo geotermico. Lo sfruttamento del calore dei sistemi a bassa entalpia con pompe di calore è un sistema geotermico sicuro dal punto di vista ingegneristico. Non si può fare di tutta l’erba un fascio ed è importante che ci sia trasparenza di informazione sui sistemi che vengono sviluppati».

Le tecnologie geotermiche sono nate per la prima volta in Toscana oltre due secoli fa, e il nostro Paese mantiene una leadership universalmente riconosciuta nel know-how di settore, eppure mentre la capacità geotermica installata nel mondo cresce come non mai l’Italia è ferma e i suoi esperti – come nel suo caso – spesso esercitano all’estero: come mai?

«Nella geotermia come in altri campi siamo stati fonte di inspirazione. Al giorno d’oggi mantenere tale vantaggio è più difficile vuoi per decisioni politiche vuoi per mancanza di sostegno finanziario. Credo che per il nostro Paese avere esperti che esercitino all’estero non sia affatto una cosa negativa. Questo ci permette di confrontarci con metodi di lavoro e culture differenti e stabilire rapporti internazionali essenziali che arricchiscono il nostro bagaglio scientifico. Credo invece che il tallone di Achille della ricerca del nostro Paese sia quello di non riuscire ad attirare esperti internazionali».

Come si pone invece la Svizzera nei confronti delle proprie risorse geotermiche, ha progetti di sviluppo in corso?

«La Svizzera non gode di un gradiente geotermico particolarmente elevato ma ha fortemente deciso di investire sulle risorse energetiche per un futuro sostenibile. Ha quindi messo in piedi un sistema di finanziamento per le aziende e sostiene lo sviluppo del settore energetico delle risorse rinnovabili».

Quali elementi pensa possano favorire una ripresa degli investimenti geotermici anche in Italia?

«Auspico una ripresa economica che non può non prescindere da un cambiamento dell’approccio che i nostri rappresentanti hanno verso la società».

Come testimonia ormai ogni sondaggio condotto nel merito, circa il 90% dei cittadini italiani mostra un ampio gradimento nei confronti delle fonti rinnovabili, ma quando si propone la realizzazione di un impianto energetico sul territorio nei tre quarti dei casi le contestazioni si concentrano proprio contro le energie pulite. In questo contesto, anche la geotermia si scontra contro casi di scetticismo e fenomeni Nimby: ha già accennato alla necessità di una migliore comunicazione, ci sono altri strumenti per affrontare questo paradosso?

«Sono profondamente convinto che ogni cittadino abbia il diritto (dovere) di esprimere la propria opinione. Facendo parte della comunità scientifica credo che il nostro ruolo sia quello di divulgare quanto più possibile le conoscenze fornendo ai cittadini conoscenze oggettive per valutare i vantaggi e gli svantaggi di una risorsa. Questo a parer mio è il passaggio chiave.  È importante eliminare le miscredenze ed essere trasparenti coinvolgendo i cittadini in una visione del futuro che possa essere da esempio ed ispirare le future generazioni».