Si tratta di un metallo fondamentale per la transizione energetica, sia per la mobilità sostenibile sia per la gestione delle fonti rinnovabili non programmabili. Che però importiamo
Per traguardare la transizione energetica necessaria a combattere la crisi climatica – l’obiettivo dichiarato dalla Commissione UE per rispettare l’Accordo di Parigi è raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 – sarà necessario un ingente quantitativo di materie prime: l’impatto zero, anche in quest’ambito, non esiste.
A testimoniarlo è la stessa Commissione UE, che ha presentato un piano d’azione per le materie prime critiche, tra le quali spicca per la prima volta il litio.
Ad oggi è il Cile che copre il 78% del fabbisogno complessivo di litio del Vecchio Continente, per applicazioni di primo piano come la realizzazione di batterie indispensabili a una nuova e più sostenibile mobilità.
Una dipendenza eccessiva dall’estero, tanto più che l’UE stima stima un fabbisogno di litio in crescita di quasi 60 volte entro il 2050.
Per affrontare il problema occorre un approccio integrato, all’interno del quale anche la geotermia è in grado di esercitare un ruolo di primo piano. Lo spiega il Consiglio Europeo per l’Energia Geotermica (EGEC) in un approfondimento dedicato al tema su Greenreport, che riportiamo di seguito integralmente.
Il litio è, per molti versi,un elemento speciale. È il metallo più leggero conosciuto sulla terra, ed è così morbido che può essere tagliato con un coltello.
Ha molteplici applicazioni, dalla ceramica al vetro ai trattamenti medici.
Il litio è anche un componente essenziale delle batterie utilizzate nei veicoli elettrici, fondamento della futura mobilità verde, ma la strada che porta alla mobilità elettrica non è priva di ostacoli.
Alto impatto ambientale dell’estrazione di litio fuori dall’Europa
Oggi, l’insostenibile estrazione del litio fuori dai confini europei lascia un’impronta ambientale molto alta in termini di utilizzo di suolo e acqua, con immensi stagni di evaporazione per i Salar (Bacino endoreico occupato da un lago salato o una piana di sale. Anche, palude salmastra, ndr) di litio in America latina ed enormi impianti a cielo aperto per l’estrazione dalle rocce in Australia.
Spesso il processo di estrazione contamina l’acqua, danneggia la biodiversità e crea conflitti con le comunità locali.
Sono pochissimi i Paesi che dominano il mercato internazionale per la produzione di litio, e l’Unione Europea dipende fortemente dall’importazione e dall’alta volatilità del prezzo di questo metallo.
Tutto ciò ha ostacolato la crescita della mobilità elettrica in Europa.
Litio geotermico: una soluzione pulita per l’Europa
In natura, il litio si trova combinato con minerali e sali.
Pertanto, non sorprende che si possa trovare nelle brine geotermiche.
Il litio geotermico differisce dal litio estratto in maniera tradizionale in quanto ha un impatto ambientale quasi zero, e comporta un utilizzo marginale di acqua e suolo.
I metodi di estrazione tradizionali fanno affidamento su processi di evaporazione per produrre questo prezioso metallo.
Negli impianti geotermici, invece, la brina ricca di litio viene pompata in superficie direttamente dai pozzi geotermici.
Il calore trasportato dalla brina viene utilizzato per produrre energia rinnovabile, mentre la brina, al netto del litio, viene reiniettata nel pozzo.
Un singolo impianto di energia geotermica può, dunque, produrre elettricità, riscaldamento, raffreddamento e materie prime come il litio, con un processo a zero emissioni di carbonio.
Un quadruplo vantaggio, sia in termici economici che ambientali.
Francia e Germania alla testa della produzione di litio geotermico in Europa
In Europa la corsa alla produzione del litio geotermico è guidata da Francia e Germania.
Il litio geotermico è al centro della prima catena del valore delle batterie europee.
Un singolo progetto in Francia (Soultz Sous-Forêt) ha una capacità produttiva annua stimata di 1.500 tonnellate di carbonato di litio: il 10% della domanda francese.
Meno di una dozzina di impianti sarebbe in grado di coprire l’intero fabbisogno attuale del Paese.
Esistono riserve già identificate per il litio geotermico in Europa, che vanno dall’Alsazia in Francia, intorno a Basilea in Svizzera e nelle regioni dell’Alto Reno, Monaco e Francoforte in Germania.
Qui, pozzi profondi da 2 a 5 chilometri danno accesso alla risorsa, consentendo la produzione di litio, elettricità rinnovabile e calore allo stesso tempo.
In Cornovaglia, nel Regno Unito, ci sono prove di brine geotermiche contenenti litio e l’esplorazione è in corso.
Dove si colloca l’Italia in questa corsa?
Anche l’Italia presenta del potenziale sul fronte del litio geotermico. Il CNR ha messo insieme migliaia di dati, articoli e ricerche su questo tema. Tuttavia, l’esplorazione è ancora agli esordi.
Le aree e i materiali da cui estrarre litio geotermico possono essere diversi. Nella zona di Latera, ad ovest del Lago di Bolsena, si riscontrano brine ad alta temperatura con un contenuto di litio promettente.
Sempre nel Lazio, nella zona di Cesano e del Lago di Bracciano, sono stati fatti diversi sondaggi ed è stata rilevata una grande quantità di litio nelle brine geotermiche di questa zona.
In Lazio sarebbe tutto pronto per l’esplorazione.
Tuttavia, qui i pozzi geotermici sono stati chiusi e l’esplorazione è stata, pertanto,sospesa.
Ci sono poi alcune aree con brine a bassa temperatura, in Sicilia e Sardegna, che sorprendentemente presentano delle quantità considerevoli di litio (fino a 200 mg/l).
In queste zone sono stati fatti solo alcuni rilevamenti, e sarebbe necessaria una mappatura seria per conoscere il potenziale.
A Lardello, in Toscana – nel cuore del sistema geotermico italiano – sono stati individuati giacimenti non convenzionali di litio geotermico.
In queste rocce granitiche si trova della biotite minerale con una elevatissima quantità di litio (circa 500 gr/ M3 di rocce).
Il litio potrebbe essere ricavato iniettando acqua nei graniti caldi.
Ad ogni modo, è importante trovare un equilibrio tra produzione, domanda e ritorno economico, per capire come cambia il reservoir geotermico sotto stress.
In questo senso, l’Italia può vantarsi di aver messo a punto una gestione dei reservoir geotermici tra le migliori al mondo».
Prossimi passi
Data la rapida accelerazione della domanda di questo metallo, è probabile che un numero crescente di Paesi cercherà di puntare sul litio geotermico.
Ma sono necessarie ulteriori esplorazioni per identificare il suo pieno potenziale, sia in Italia che nel resto d’Europa.
I finanziamenti per la ricerca e la mappatura delle risorse sono essenziali per vincere la corsa globale verso il trasporto elettrico.
Lo sviluppo di una catena di approvvigionamento nazionale di litio è una priorità strategica per l’Unione Europea.
Il litio geotermico è una soluzione rispettosa dell’ambiente, ricca in termini di prospettive occupazionali e accettata dalle comunità locali.
In EGEC, pensiamo sia giunto il momento di investire in litio pulito prodotto in Europa e in un futuro sostenibile.