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Geotermia, la Toscana conferma: altri 150 MW entro il 2020

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La Giunta ha presentato una nuova proposta di legge sullo sviluppo geotermico. Non sarà dato il via libera a tutte le richieste

Fonte: Tekneco.it

Autore: Gianluigi Torchiani

La regione simbolo della geotermia italiana, ossia la Toscana (che poi in realtà è l’unica a possedere impianti elettrici funzionanti), intende puntare ancora su questa risorsa rinnovabile, nonostante negli ultimi anni sia esploso anche in questo territorio la sindrome Nimby.  Nei giorni scorsi, infatti, il Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha presentato la nuova proposta di legge sullo sviluppo geotermico nella Regione.
La proposta non rappresenta una carta bianca alle nuove richieste di installazioni: al momento in Toscana ci sono 31 i permessi di ricerca geotermica, di cui 24 sono in una fase preliminare non invasiva e 7 nella fase di ricerca più avanzata. In effetti il testo dell’esecutivo toscano, nel suo complesso, mira alla razionalizzazione di una fonte energetica, quella geotermica, definita dalla stessa Regione Toscana “strategica”, e alla definizione di un punto di equilibrio tra quanto previsto dalla programmazione (e dagli impegni con il Governo centrale)  e le richieste di permessi per esplorazione e ricerca di nuovi giacimenti in Toscana. Il punto di riferimento, infatti, resta il Piano Ambientale ed Energetico Regionale (PAER) che, a sua volta, era stato modellato sul cosiddetto Burden sharing, ossia la ripartizione degli obiettivi europei al 2020 su scala regionale.
Questi documenti dicono che in Toscana risultano operanti 34 impianti geotermoelettrici dislocati sia nell’area geotermica tradizionale che sul Monte Amiata, con una potenza efficiente lorda istallata pari a 875,5 MW. Con la recente apertura della centrale di Bagnore 4 nel comune di Santa Fiora (GR), che apporta ulteriori 40 MW, per centrare l’obiettivo al 2020 mancherebbero 150 MW. Dunque, occorre colmare questo Gap e non di più: “In questi sei mesi stabiliremo quali siano i criteri perché le ricerche non siano 31, ma siano semplicemente il numero funzionale alla programmazione che abbiamo fatto nel Piano energetico”, ha dichiarato il presidente Rossi.
In buona sostanza, con la proposta di legge la Regione Toscana cerca di dotarsi specifico strumento normativo, per stabilire dove, come e quando rilasciare le opportune autorizzazioni per le attività di ricerca di nuovi giacimenti, per evitare rischi di sostenibilità ambientale e socioeconomica nelle aree di produzione geotermica (venendo dunque anche incontro alle opposizioni che si sono sollevate in certe aree).  Il provvedimento passa ora al Consiglio regionale, su cui però pesa l’incognita dello scioglimento dell’assemblea per la vicina tornata elettorale.