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Geotermia: la CGIL al lavoro per la costruzione «quanto prima» di una vertenza di zona unitaria

All’orizzonte anche «un seminario con al centro il lavoro, l’ambiente e lo sviluppo, con l’obiettivo di far conoscere la geotermia»

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Si è riunito nei giorni scorsi, a Larderello, il Coordinamento regionale geotermico FILCTEM-CGIL, per la nomina del nuovo coordinatore per l’area di Larderello, dopo la decisione di Monia Neri di candidarsi alle prossime elezioni amministrative.

A lei è stato rivolto «il più sentito ringraziamento per il lavoro svolto» e a ricoprire l’importante ruolo sindacale è stato chiamato Andrea Regoli.

È stato poi fatto esaminato il quadro attuale della situazione della geotermia, dal punto di vista del lavoro e non solo, dopo lo stop agli incentivi arrivato dal Governo.

Nel corso della riunione, alla quale oltre ai rappresentanti dei lavoratori delle tre province (Pisa, Grosseto e Siena) hanno partecipato il segretario generale della FILCTEM Toscana, il responsabile del settore elettrico della Segreteria regionale e le Segreterie provinciali, è emerso un contesto a due facce: «Alla positività della legge regionale sulla geotermia, approvata nel mese di febbraio (che fissa punti fermi e importanti su riduzione emissioni e impatto ambientale e su ricadute economiche in termini di uso del calore e della CO2), dell’apertura promessa dal Ministero dello Sviluppo Economico sul reinserimento della geotermia nel decreto incentivi FER2 e dell’incontro fissato per il 27 marzo al MISE tra il sottosegretario Crippa, il governatore della Toscana Rossi e due sindaci dell’area geotermica, si contrappone – dichiarano dalla CGIL – il pessimismo per l’esito di questo incontro e la definizione del FER2 in favore della geotermia tradizionale e per le incertezze sulla firma del protocollo di intesa tra Enel, Regione e Enti locali».

Si profila così «una situazione di stallo» dove «si stanno purtroppo già concretizzando riduzioni di attività per le ditte appaltatrici», dando così corpo agli allarmi che si sono susseguiti incessanti sin da quando è stato avanzato lo schema di decreto FER1: secondo le più recenti stime fornite dalla Regione Toscana, infatti, se «venisse azzerata la produzione della geotermia ne soffrirebbero i fornitori, ma anche i fornitori dei fornitori, il piccolo commercio locale eccetera. Si può stimare quindi che siano oltre 4.000 le persone coinvolte».

Unico dato «parzialmente positivo di questi giorni», riportano dalla CGIL, sta nelle «12 assunzioni in Enel che per ora mantiene a fatica gli impegni con noi presi di garantire il turn-over per le fuoriuscite per Art. 4 legge Fornero. Le attuali assunzioni vanno ad aggiungersi alle 10 effettuate a novembre».

Dato il contesto, a livello sindacale sono state coinvolte sul tema della geotermia «tutte le categorie interessate, dai territori fino a livello regionale e nazionale».

Anche nel documento politico prodotto nel congresso regionale la CGIL Toscana ribadisce l’importanza della geotermia e rivendica verso il Governo il mantenimento degli incentivi per il settore.

A livello nazionale invece lo scorso 4 febbraio è stata consegnata un’informativa sulla realtà dei territori geotermici al nuovo segretario generale della CGIL Maurizio Landini, e sempre «a livello nazionale unitariamente è stato richiesto un incontro ai massimi vertici Enel per chiarire le vere intenzioni dell’azienda, e soprattutto i programmi di investimento immediati e di prospettiva».

«Dalla discussione – concludono dunque dalla FILCTEM-CGIL – è emersa la necessità di attivarsi da subito verso due direzioni: andare quanto prima alla costruzione di una vertenza di zona unitaria che comprenda tutte le categorie lavorative che insistono in Val di Cecina per cercare di mettere insieme gli interessi comuni dei lavoratori sia interni ad Enel che in appalto ma anche di quelli che non hanno contatti diretti perché è comunque a rischio il futuro della zona intera; in parallelo la realizzazione di un seminario con al centro il lavoro, l’ambiente e lo sviluppo, con l’obiettivo di far conoscere la geotermia sotto un punto di vista tecnico, ma anche scientifico, sanitario e naturalmente sindacale, da svolgersi al di fuori della zona tradizionale con preferenza in una sede universitaria».