ENEA ha valutato lo stato e il potenziale di sviluppo delle tecnologie energetiche utili al percorso di decarbonizzazione, e quelle geotermiche emergono tra le più promettenti. CoSviG citato come importante realtà di sviluppo per la fonte geotermica
Le tecnologie energetiche legate alla geotermia rientrano tra quelle a più alto potenziale in relazione alle emissioni di CO2 evitate, e con un livello di sviluppo già oggi relativamente maturo: è questo l’identikit tracciato dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) nello studio “Valutazione dello stato e del potenziale di sviluppo delle tecnologie energetiche nel percorso di decarbonizzazione dei sistemi produttivi e dei servizi”, appena presentato a Roma.
In questo rapporto, ENEA ha impiegato una metodologia di valutazione del potenziale di sviluppo delle tecnologie energetiche che prende in considerazione l’impatto sul clima, le potenzialità in termini di attività R&S, la competitività delle imprese italiane e la diffusione e impatto sul territorio nazionale.
A tal fine sono confrontati dati come il livello di maturità tecnologica TRL (Technology Readiness Level), le emissioni di CO2 evitate e il loro impiego all’interno di imprese e centri di eccellenza, suddivisi per diffusione territoriale, dimensione e fatturato.
Si tratta di uno studio multidisciplinare condotto da un team di ricercatori ENEA a partire dai dati contenuti nel Catalogo delle tecnologie energetiche, che fornisce un quadro molto dettagliato sullo stato dell’arte (al 2017) delle tecnologie energetiche utili alla decarbonizzazione del nostro sistema socio-economico.
L’aspetto innovativo sta proprio nel tentativo di correlare il livello di sviluppo delle tecnologie (TRL) con il potenziale di riduzione delle emissioni climalteranti, così come la relazione con i centri di eccellenza oltre all’impatto sui territori.
In questo contesto la geotermia emerge tra le tecnologie più promettenti: presenta un potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 tra i più elevati tra le tecnologie rinnovabili e non, superiore, ad esempio, a quello del fotovoltaico, dei digestori anaerobici di biomasse, dell’energia da correnti marine o da moto ondoso, dell’idroelettrico.
Tra le tecnologie rinnovabili esaminate dall’ENEA solo il solare termodinamico fa meglio del geotermico: tragicamente, si tratta di una tecnologia che affonda le proprie radici in Italia ma che proprio nel nostro Paese sta soffrendo un momento di grande sofferenza.
Anche sotto il profilo dello sviluppo tecnologico, la geotermia – con un valore medio di TRL pari a 5 – rappresenta una tecnologia «relativamente matura, pur presentando margini di ulteriore sviluppo tecnologico».
Esaminando poi le varie tecnologie energetiche in termini di potenziale di Ricerca&Sviluppo in Italia, l’ENEA rileva, per la fonte geotermica, la presenza di 15 centri di eccellenza pubblici (il dato più elevato tra tutte le tecnologie esaminate) e l’assenza di centri di eccellenza privati.
«Per questa tecnologia – sottolinea in particolare l’ENEA – si segnala la presenza del Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche (CoSviG Scrl), società consortile il cui capitale è interamente detenuto da soggetti pubblici – Regione Toscana ed Enti locali delle aree geotermiche – che non è censito nel Catalogo».
Un’ulteriore testimonianza del ruolo di primo piano che il territorio geotermico toscano è in grado di esercitare ancora oggi per lo sviluppo tecnologico di questa fonte rinnovabile.