«La direzione in cui si sta muovendo l’azienda rappresenta un ulteriore passo verso l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili sul mercato»
Il rinnovo delle concessioni geotermiche in scadenza al 2024 è stato l’argomento più importante affrontato nell’incontro, avvenuto nei giorni scorsi, tra Enel Green Power e le segreterie toscani di FILCTEM-CGIL, FLAEI-CISL E UILTEC-UIL.
Un tema che – come sottolineano i sindacati regionali – rappresenta «un nodo aperto che rischia di frenare gli investimenti nel comparto e con essi lo sviluppo della geotermia», fonte rinnovabile che ad oggi sostiene «un comparto produttivo ed industriale fondamentale per la Toscana, con 34 centrali geotermiche e circa 5.000 addetti (700 direttamente, 2.000 fornitori, 780 subfornitori e circa 890 in servizi di varia natura)».
Secondo quanto riportato dai sindacati a valle dell’incontro, con «il coinvolgimento della Regione Toscana e dei Ministeri competenti, Enel Green Power sta puntando ad una proroga alle concessioni, della durata di almeno 15 anni, tempo minimo ritenuto utile a garantire il ritorno economico agli importanti investimenti che Enel Green Power si appresterebbe a fare nei prossimi anni (realizzazione di centrali per nuovi 65 MW di potenza installata, rinnovamento tecnologico/ambientale di 12 dei 37 gruppi geotermici in funzione, installazione del secondo impianto AMIS (Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato, ndr) in tutte le centrali e progetti di 52 nuovi pozzi di produzione/mantenimento e per la re-iniezione)».
Una strada, quella della proroga, che sembra però al momento preclusa secondo quanto riportato pochi giorni fa dall’assessore regionale toscano all’Ambiente Monia Monni, e proprio per questo motivo la Regione starebbe lavorando a una gara per il rinnovo delle concessioni geotermiche (gettando le basi per un raddoppio della potenza geotermoelettrica installata).
«Come sindacato riteniamo che la direzione in cui si sta muovendo l’azienda, al di là della metodologia attuale di affidamento delle concessioni – argomentano nel merito le segreterie regionali di FILCTEM-CGIL, FLAEI-CISL E UILTEC-UIL – rappresenti un ulteriore passo verso l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili sul mercato che consentono di puntare all’ambizioso traguardo di emissioni zero, come richiesto dalle Amministrazioni e dai cittadini delle aree geotermiche (raddoppio del filtro AMIS, rinnovamento di 12 gruppi di produzione, con l’auspicabile passaggio alle torri a secco)».
Per quanto riguarda invece più nello specifico il versante occupazionale, dai sindacati informano che Enel «ha confermato per giugno l’assunzione di 18 profili senior, l’80% dei quali ha residenza nei Comuni geotermici», e che tra «poche settimane» arriverà un bando per assumere anche un numero significativo (ma al momento non precisato) di profili junior. Assunzioni che per i sindacati rappresentano «un buon punto di partenza, anche se rimane pressante la necessità e l’urgenza di non fermarsi a questi numeri» visto anche l’atteso turnover del personale operativo «che uscirà nei prossimi tre anni (stimato in circa 100 unità)».
«Infine abbiamo chiesto all’azienda – concludono i sindacati – un impegno forte a fianco del sindacato per modificare l’art.177 del Codice Appalti, la cui entrata in vigore è fissata al 31 dicembre 2021; se questo articolo, irragionevole ed iniquo, non sarà modificato, le aziende del gruppo Enel, come quelle di altri operatori che operano nei settori dell’elettricità e del gas, dovranno obbligatoriamente esternalizzare l’80% delle attività svolte al proprio interno».
Al momento, vista le mancate risposte della politica sul punto, si va verso lo sciopero nazionale: quello dichiarato da FILCTEM, FLAEI E UILTEC sarà 8 ore per la giornata del 30 giugno.