Nella commissione Attività produttive della Camera è arrivata la risposta all’interrogazione dei deputati Cenni, Ceccanti, Ciampi e Nardi
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha risposto in commissione Attività produttive della Camera all’interrogazione avanzata in merito agli incentivi per la geotermia dai deputati toscani Cenni, Ceccanti, Ciampi e Nardi, confermando che «il Governo intende con il cosiddetto Dm FER2 sostenere la produzione di elettrica da fonti rinnovabili innovative, tra cui la geotermia».
Si tratta della prima risposta ufficiale fornita dal Governo Conte II dopo le importanti rassicurazioni sul reinserimento degli incentivi nel FER2 ottenute dalla Toscana al Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) lo scorso 18 luglio.
«Dopo mesi di pressing da parte della popolazione locale, dei Comuni geotermici e della Regione Toscana erano arrivate le prime rassicurazioni del Governo che ha promesso di sostenere il settore geotermico, inserendo gli incentivi nel prossimo decreto FER2 – ricorda al proposito la deputata Susanna Cenni – È fondamentale però fare presto perché in ballo c’è lo sviluppo economico, occupazionale e sociale di intere aree anche nella nostra Toscana, dove la geotermia conta 34 centrali per una potenza installata di 761 megawatt. La produzione annua è di circa 5,9 miliardi di chilowattora che, complessivamente soddisfa quasi il 30 per cento del fabbisogno energetico della regione e permette un risparmio di oltre 1 milione e 400 mila TEP e 4,1 Mt di emissioni CO2 evitate. In questi territori la geotermia, inoltre, garantisce 650 occupati diretti e circa 2.000 nell’indotto e ha promosso lo sviluppo di numerose piccole e medie imprese in diversificati settori produttivi».
Secondo quanto riportato adesso dal MISE, sono due le tipologie d’impianto prese in considerazione: impianti aventi un assetto riconducibile a quello degli impianti già operativi, e impianti con totale re-iniezione dei fluidi.
Questi ultimi «sono ancora in fase di sviluppo, com’è evidente alla luce della circostanza che in Italia non vi è ancora alcun impianto del genere in esercizio» e si è dunque in attesa «che maturino le condizioni per l’autorizzazione e che si proceda alle prime realizzazioni» in modo da poterle valutare sul campo, ma in ogni modo dal Mise si dicono «consapevoli delle potenzialità di questa tecnologia e dell’interesse dei vari operatori, e pertanto si è orientati a sostenerli con il Dm Fer 2».
«Anche per gli impianti geotermici aventi un assetto riconducibile a quello degli impianti ad oggi operativi – si aggiunge dal Mise – l’intendimento è quello di sostenerli con il successivo Dm FER2, tuttavia con una spinta volta a migliorarne le prestazioni ambientali».
In particolare, il FER2 promuoverà «la realizzazione di impianti geotermici con configurazione riconducibile agli impianti in esercizio, e ciò sia con riferimento alla realizzazione di nuovi impianti che al rifacimento di impianti esistenti. Si è però concordato sul fatto che è opportuno promuovere la realizzazione di nuovi assetti che migliorino sostanzialmente le prestazioni ambientali, poiché sono oggi disponibili soluzioni tecnologiche che consentono tale risultato con un’accettabile maggiorazione degli incentivi».
Per quanto riguarda il miglioramento delle prestazioni ambientali l’ipotesi di lavoro concordata già col Governo Conte I è quella di prendere a modello la nuova legge sulla geotermia approvata in Toscana, mentre ad oggi, gli incentivi residui messi in campo per sostenere la geotermia attraverso i meccanismi normativi antecedenti al FER1 ammontano a 100,4 milioni di euro l’anno, circa il 2% di tutti quelli erogati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per le fonti rinnovabili non fotovoltaiche.
Dal MISE non sono arrivati però nuove precisazioni né sulle «soluzioni tecnologiche» accennate né sulla prospettata «maggiorazione degli incentivi», di cui si ha per la prima volta notizia.
«In conclusione – aggiungono dal ministero – il Dm FER2 recherà incentivazione agli impianti geotermici sia a totale re-iniezione dei fluidi sia con assetto tradizionale, ma opportunamente modificato per conseguire un sostanziale abbattimento delle emissioni dai nuovi impianti e da impianti esistenti oggetto di interventi di rifacimento».