E il GSE ha aggiornato le stime relative agli incentivi vigenti per sostenere l’attività geotermoelettrica: 100,2 milioni di euro l’anno, il 2% circa di quelli erogati alle fonti rinnovabili non fotovoltaiche
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli è intervenuto in Commissione Attività Produttive della Camera per illustrare le linee programmatiche del proprio dicastero, confermando nel corso dell’audizione che la geotermia sarà ricompresa tra le fonti incentivate dal decreto FER2 in fase di elaborazione.
«A seguito del recente decreto di incentivazione FER1 – afferma il ministro Patuanelli – occorre predisporre il successivo decreto FER2 per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili diverse da fotovoltaico ed eolico e mini-idro (biomasse, biogas, geotermoelettrico, eolico off-shore). Gli incentivi alle fonti rinnovabili non gravano sulla finanza pubblica ma su un fondo presso la Cassa dei servizi energetici ambientali, alimentato da una componente applicata da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ndr) sulle tariffe indirettamente pagate dai consumatori di energia elettrica. La bozza del decreto – specifica il ministro – è in corso di stesura. A oggi sono in fase di programmazione incontri con il MATTM (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ndr)e il MIPAAFT (Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, ndr), per verificare le posizioni e i principali punti in sospeso».
Nel frattempo il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) è tornato in questi giorni ad aggiornare il costo relativo agli incentivi in vigore per sostenere l’attività geotermoelettrica, previsto per l’anno in corso: si tratta in totale di 100,2 milioni di euro, suddivisi tra l’incentivo ex Certificati verdi (88,3 milioni di euro), gli incentivi introdotti dal Dm 6/7/2012 (10,8 milioni di euro) e quelli relativi al Dm 23/6/2016 (1,1 milioni di euro).
La geotermia assorbe dunque il 2% circa degli incentivi che il GSE stima di erogare a sostegno delle fonti rinnovabili non fotovoltaiche nel corso del 2019 (ovvero 4,872 miliardi di euro); i 100 milioni dedicati alla geotermia euro impallidiscono inoltre in confronto ai sussidi erogati ogni anno in Italia a sostegno dei combustibili fossili, stimati dal ministero dell’Ambiente in 16,8 miliardi di euro (una cifra dunque 168 volte superiore).
Un contesto che richiama all’urgente necessità di predisporre il decreto FER2, prevedendo un adeguato sostegno alla geotermia come alle altre fonti rinnovabili.
«Chiediamo al ministero di riconvocare il tavolo, di mettersi al lavoro e riscrivere celermente quel decreto – afferma al proposito l’assessore toscano all’Ambiente, Federica Fratoni – per reintrodurre gli incentivi per un uso dell’energia, che collocandosi nel gruppo delle rinnovabili deve essere ottimizzato dal punto di vista ambientale e socioeconomico anche per i territori dell’Amiata. Credo che la Regione da questo punto di vista abbia fatto un grande lavoro e oggi a buon titolo possa essere interlocutore privilegiato del Governo per sostenere ancor di più una coltivazione del fluido (geotermico, ndr) che sia davvero improntata sui principi della sostenibilità che oggi governano le scelte della nostra amministrazione».