La geotermia ha occupato un ruolo di primo piano all’interno della X edizione del “Forum QualEnergia?” organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia, Kyoto Club in partenariato con Cobat.
Già nel corso della prima giornata è stata presentata la ricerca Roadmap di decarbonizzazione al 2030 e oltre – Scenari e proposte di policy per il Piano clima-energia italiano elaborata per Legambiente dalla società di consulenza indipendente Elemens, all’interno della quale si prospetta per la risorsa rinnovabile che sgorga dalle profondità della Terra la possibilità di un sostanziale raddoppio dei GW geotermici installati nel nostro Paese: da circa 1 GW attuale a 2.
Ma di quale sviluppo si parla?
La responsabile Progetti Complessi e Strumentali di CoSviG, Loredana Torsello, dopo essere intervenuta al Forum, spiega ai microfoni di Legambiente che «in questo momento la tecnologia e l’innovazione stanno approfondendo tutta una serie di aspetti che riguardano la geotermia, in parte orientati al miglioramento dell’efficienza, come pure alla sperimentazione di nuove tecnologie che prevedono l’azzeramento delle emissioni in atmosfera – una delle criticità sul tavolo – ma che lavorano anche alla maggiore concentrazione degli impianti stessi, per ridurre il consumo di suolo e i costi nell’adozione delle tecnologie per l’abbattimento e cattura delle emissioni. Quindi, sostanzialmente, per rendere gli impianti più sostenibili sia per i territori e le comunità che li ospitano ma anche nell’ottica della sostenibilità economica di questa risorsa. Una risorsa che può essere determinante nel raggiungimento degli obiettivi 2030 recentemente definiti dalla Strategia Energetica Nazionale (ne ha parlato anche GeotermiaNews nelle scorse settimane, ndr) e che ci portano anche ad affrontare con maggiore serenità la sfida per il raggiungimento degli obiettivi climatici per cui ci siamo impegnati sia a livello europeo che internazionale ».
L’Italia da questo punto di vista continua a godere di un ruolo strategico anche da un punto di vista storico: è in Toscana che nel 1904 è stata prodotta per la prima volta al mondo elettricità da geotermia, un primato conservato a livello internazionale fino al 1955 e sul quale ancora oggi poggia il know-how unico accumulatosi sul territorio per la coltivazione di questa risorsa rinnovabile.
Adesso però è giunto il momento di tornare ad accelerare.
«Quello che ci si aspetta in Europa – aggiunge dal Forum QualEnergia? Marco Baresi dell’European Geothermal Energy Council (EGEC) – è un forte sviluppo, ad oggi la geotermia è ancora poco sviluppata in termini di produzioni di energia elettrica e di calore; ci sono Paesi di eccellenza dove negli ultimi dieci anni, ad esempio in Turchia, grazie ad una politica definita sulla geotermia è stato possibile sviluppare quasi 1.000 MW (che è quasi l’equivalente di quanto è stato sviluppato in Italia). Non solo Turchia ma anche Francia, Olanda. Ci sono insomma prospettive che fanno pensare che ci siano opportunità di crescita anche per la tecnologia europea».